Ottone Pesante - …and the Black Bells rang

Copertina 6,5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2022
Durata:20 min.
Etichetta:Aural Music

Tracklist

  1. BLACK BELLS OF DESTRUCTION
  2. CARNE MARCIA
  3. DIE EWIGE WIEDERKUNFT DES GLEICHEN
  4. SCROLLS OF WAR

Line up

  • rancesco Bucci: trombone
  • Paolo Raineri: trumpet
  • Beppe Mondini: drums

Voto medio utenti

Gli Ottone Pesante sono sicuramente tra le band più singolari e particolari, che la tanto bistrattata/disastrata scena Metal tricolore abbia accolto fino ad ora e negli ultimi anni non si può certamente negare che le commistioni audaci siano state avare in termini numerici, anzi tutt’altro!
Per chi non conoscesse questo trio, al di là di questa o quella fantasiosa etichetta usata per descriverli e pubblicizzarli, per dare una vaga idea di ciò che suonano, possiamo parlare di una sorta di Zu in salsa Doom Metal.
Siete confusi? Beh, è normale, ma dopo l’ascolto apparirà tutto più chiaro.

Dopo un’interessante secondo lavoro (“Apocalips” del 2018), con l’ultimo “Doomood”, il complesso nostrano seppe conquistarsi un certo numero di lodi da parte di addetti ai lavori e dall’audience più alternativa.
Ora a due anni di distanza dall’ultimo capitolo in studio, si è pensato di tornare con un quattro pezzi che dà agli estimatori del gruppo circa venti minuti di musica inedita.

Più che un buon antipasto che altro, “…And the Black Bells Rang” continua con quanto fatto in precedenza, con le sue atmosfere fosche e minacciose, rafforzate da citazioni e riferimenti al loro ultimo capitolo discografico (“Die Ewige Wiederkunft Des Gleichen”).
Le nuove composizioni sono ben composte, con atmosfere sempre coerenti, melodie e soluzioni ritmiche/soliste interessanti. L’unico vero rammarico che ho (ma forse ciò deriva dal fatto che stiamo parlando di un semplice Ep e non di un nuovo Full e di rimando il minutaggio è quello che è) sta nel mancato approfondimento di alcune trovate vincenti usate nel recente passato e che, hanno di fatto fare il definitivo salto di qualità agli Ottone Pesante.

Ecco che abbiamo quindi un parziale ritorno alle origini, gradevole e riuscito senza dubbio, ma che ha il sapore di una bella scusa per poter tornare a fare un tour in un futuro non molto lontano, la qual cosa non sarebbe affatto disprezzabile.
Ultima postilla e poi mi concedo: spero che nel prossimo lavoro discografico, si sappia approfondire con più coraggio e vigore la cavalcata sarda, se così fosse, ne sentiremo davvero delle belle.

Recensione a cura di Seba Dall

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