Purity Through Fire.
Finlandia.
Black Metal.
Serve davvero altro per inquadrare
"Hänen Temppelinsä Varjoissa", album d'esordio per gli
Aesthus?
La risposta, almeno per chi mastica l'estremo, è davvero scontata.
Meno di quaranta minuti di finnish black metal allo stato dell'arte: blast beats feroci, riffing semplice e velenosamente melodico, attitudine nera a profusione, brani letteralmente devastanti sorretti da un comparto strumentale, e da una dedizione, fatti di puro ghiaccio, una ricerca melodica come solo i gruppi finlandesi riescono ad integrare nel buio dell'assalto sonoro.
Tutti elementi che conosciamo benissimo e che in quest'album sono miscelati alla perfezione.
Nessuna sorpresa, e va benissimo così.
Questa è la tradizione del metallo nero dei mille laghi, una tradizione che va lasciata così com'è perché non c'è proprio nulla da cambiare.
Gli
Aesthus non piaceranno mai a chi ritiene che il genere abbia già detto tutto quello che doveva dire, e la cosa non ci deve sorprendere perché, ovviamente, in
"Hänen Temppelinsä Varjoissa" non troveremo originalità, ma, in fin dei conti, se la qualità è questa, se il gruppo, dopo una serie di schegge impazzite, piazza un brano finale, di oltre dieci minuti, epico, evocativo e da brividi lungo la schiena, e, se riesce a scrivere un paio di riff che, da soli, possono bastare per una "carriera" intera, beh, allora, di originalità e/o velleità di innovazione non ce ne frega un beneamato cazzo (scusate il francesismo) quando, lo sottolineo, l'unica cosa che conta è farsi trascinare da questo maelstrom sonoro senza compromessi e incandescente per la nera fiamma che in esso arde fiera ed alimenta un songwriting ispiratissimo.
Gioiello per intenditori. Neri intenditori.
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