Ecco un titolo che dice già tutto.
Dell'album e dei
Sin Starlett.
Introduzione cinematografica, con atmosfere quasi alla Blade Runner, ma ben presto i battiti della forgia lasciano posto ad altri colpi, quelli dati dal drummer
Elias Burri, che insieme ai suoi compagni di avventura rende omaggio al Metal con questo "
Solid Source of Steel".
Songwriting, sonorità e un cantato che rimandano direttamente agli anni '80, il tutto fortemente ispirato dalla N.W.O.B.H.M. in generale, e da Judas Priest e Saxon in particolare. Un aspetto che sicuramente caratterizza i
Sin Starlett è la voce di
Elias Felber, con quel suo timbro nasale e impostazione gracchiante, comunque mai fastidiosa e sempre funzionale nell'economia delle canzoni.
Se l'arpeggio di "
Rule or Obey" inizialmente mi ha fatto pensare a "One" dei Metallica, dopo poche battute ecco apparire magicamente i primissimi Queensrÿche, già… proprio quelli di "The Warning". Le chitarre di
Reno Meier e
Jack Tytan (alla sua prima incisione con i
Sin Starlett) sanno anche essere affilate e smaniose di sfidarsi a duello, e lo fanno alla grande sulla rockeggiante "
Straight and Ready". Più strutturata, con alcuni passaggi maideniani, la seguente "
Streetlight Domino" è meno immediata ma non sa rinunciare ad una bella accelerazione nel finale. Ecco poi i Judas Priest di "Turbo" e i Def Leppard far capolino su "
Struck Down", un accattivante mid-tempo dove sono nuovamente i due chitarristi a ritagliarsi la scena. Sul finale del disco incappiamo invece nei
Sin Starlett più rocciosi e acceptiani, in occasione della terna formata da "
Blessed by the Shot", "
Waves of Hamartia" (ai confini con il Power Speed made in US) e "
Iron Stamina".
Svizzeri, di Lucerna, città del centro-nord nell'area di lingua tedesca, i nostri sono in attività dal 2005 e hanno realizzato, prima di "
Solid Source of Steel", altri tre album, l'esordio "Call to the Punisher" (2008), "Throat Attack" ('12) e "Digital Overload" ('16).
Faccio quindi un
mea culpa per non averli considerati prima, ma non commetterò nuovamente questo errore: da oggi i
Sin Starlett entrano definitivamente nei miei radar.
Metal.it
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