Tutti i colori del buio, questo stanno creando gli svedesi, citando un piccolo cult dei b-movies di casa del nostra del 1972.
Perché la band guidata da
Lord Ahriman sta vivendo una seconda giovinezza dal punto di vista artistico dal 2016, anno di uscita del sesto album “
Where Shadows Reign”.
Adesso dopo ben sei anni di distanza ecco il settimo sigillo targato
Dark Funeral; album credetemi che mi fa letteralmente ricredere sul loro percorso sempre seguendo la nera fiamma, perché li avevo persi di vista dal 2005.
I nostri non sono solamente delle colonne del black metal svedese ma hanno contribuito a crearne il suono diverso dal suo “gemello” norvegese; “
Nightfall”, è un’apertura con un attacco che più spietato non si potrebbe avere; blast beat con aggressione sonora da parte di tutto il gruppo ed un chorus che da le coordinate in mid tempo per poi ritornare a devastare.
La produzione è pulita, potente e cristallina ma non plasticosa, merito degli
Studio 33 di proprietà del chitarrista dei
Meshuggah,
Fredrik Thordendal e del produttore
Daniel Bergstrand.
“
A beast to praise”, è il tipico pezzo in total
DF style; aggressività pura, riffing maligni e la voce del singer carica di odio puro.
In mezzo cambi di tempo serrati con un uso delle melodie efficace per poi attaccare ferocemente.
La band è carica a pallettoni, si sente che è motivata a mille; uno dei pezzi che più mi ha sbalordito è “
Leviathan”, brano dalle tinte horror e soprattutto con un tocco vibrante di epicità legata al nero manto del metallo più maledetto.
Ecco perché i nostri non picchiano solamente ma sanno anche scrivere brani come questo mid tempo.
Ma sanno giocare anche con atmosfere funeree e sottilmente malinconiche come in “
When i’m gone”, basta sentire il riff ed il chorus contrapposto ad un bridge malsano.
La titletrack è pure black metal svedese, mi ha mandato in sollucchero veramente; blast beats a profusione e quelle chitarre dal tremolo maligno e sulfureo.
La compagine scandinava procede dritta verso l’apocalisse sonora e non facendo prigionieri.
Ditemi voi se non c’è da esserne contenti di un album così, questo è fare del metal estremo di classe coerente e soprattutto con grande capacità, gli altri attendano in coda, il trono è dei
Dark Funeral!