Difficile, se non impossibile, incapsulare il debut album omonimo dei
Day of Departure in una unica categoria. Alla fine ho scelto il
gothic perché molto di quello che sentirete qui dentro rimanda alla stagione d'oro, quella dei primi Lacuna Coil, dei The Gathering... Ma la band di
Matt Kozar e soci, in questo progetto realizzato totalmente a distanza, riesce a contaminare la proposta con momenti ambient, suggestioni prog rock, alcune aperture più in direzione stoner... Insomma, quest'album è tutt'altro che banale, ma allo stesso tempo esige attenzione e partecipazione attiva per essere correttamente eviscerato, invece di essere velocemente e facilmente derubricato come 'un album noioso'.
La voce di
Michelle Schrotz è molto spesso eterea e sognante, su melodie nostalgiche che accompagnano una sorta di concept album distopico, sulla perdita e la lenta e dolorosa riconquista della dignità umana.
L'album si apre con la lunga e ipnotica "
...And we prepare for our end", perfetta epitome della pasta sonora e concettuale dell'intero dischetto; troverete momenti totalmente ambient come "
The Light in our Eye grows dim" e altri più facilmente digeribili, come il primo singolo "
Pierce the Sky". L'intero album sarà un saliscendi onirico e nebbioso, che di sicuro sa affascinare ma che richiede un ascoltatore attento, disponibile a farsi risucchiare per un po' in questo mondo alienato e fragile, in cui i
Day of Departure tessono le proprie trame. Interessante.
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