Come si fa a non essere istintivamente incuriositi da un gruppo che viene proposto come una fusione tra Mercyful Fate, Melvins, Witchfinder General e The Crazy World of Arthur Brown?
Difficile, anche essendo pienamente consapevoli che tali iperboliche presentazioni sono spesso fini a loro stesse e poco attendibili.
Beh, stavolta non si è andati
troppo lontani dalla realtà e, in effetti, il
mini-album di debutto degli
Old Spirit sorprende per la maniera in cui riesce a fondere il magnetismo oscuro del
doom, il goticismo di certo
hard-rock e l’approccio morboso e sulfureo del cosiddetto
dark-metal, il tutto, poi, abilmente intriso da torrenziali effluvi di psichedelia californiana e da bagliori di sepolcrali suggestioni
post-punk.
Tante definizioni stilistiche per cercare di intrappolare il
sound ordito dalla creatura di
Jason Hartman (Vanishing Kids, Jex Thoth, Night Eyez), in un disco che si colloca nel ricco panorama del
retro-rock privo di concessioni sfacciatamente acritiche e “commerciali”, tentando una strada più complessa e disturbante, ammantato com’è da una potente atmosfera tragica, visionaria e inquietante.
Continuando nel “gioco” delle citazioni, ecco che “
Old spirit” si offre al pubblico introdotto da una “
Snow leopard” che potrebbe effettivamente apparire una sorta di
jam-session tra Mercyful Fate, Electric Wizard, Hawkwind e Voivod, seguito da una “
Cave” che striscia nei sensi con le sue chitarre abrasive e distorte e un cantato denso di un intenso
spleen emozionale.
Con “
Feel the stars” il clima sonoro diventa ancora più ipnotico e orbitale, ma è ancora una volta la voce dispersa in una voragine di acido ad accrescere lo straniante impatto emotivo, piuttosto elevato anche nella perfida e lisergica “
Catastrophe” e nella sinistra “
Seasons”, un numero di
rock duro cangiante e mistico di notevole efficacia.
“
Freezing brain” sigilla i ventiquattro minuti dell’opera concedendosi un’altra ribollente celebrazione del
metallo pernicioso e oscuro, lasciando nell’astante la persistente sensazione di aver assistito a qualcosa di fugacemente intrigante.
Non rimane dunque che attendere gli sviluppi espressivi di un “gruppo” che avrebbe bisogno di focalizzare meglio tutte le diverse sfaccettature della sua multiforme personalità, magari estendendo la
line-up ad anime affini … per ora inseriamo quello degli
Old Spirit tra i nomi da seguire con grande attenzione.
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