Grazie agli
FM ho passato tantissimi momenti di puro godimento sonoro e, come spesso accade in queste situazioni, il rischio che nelle valutazioni di un nuovo disco dei propri beniamini sia inclusa anche una percentuale di “riconoscenza” o di inconscio
amarcord non è facilmente scongiurabile.
Alla luce di un ascolto attento e molto prolungato (forse anche “troppo”, tanto che questa disamina finisce per arrivare in maniera non particolarmente tempestiva …), mi sento di affermare che “
Thirteen” è un’altra scintillante perla da aggiungere al prezioso
collier di una discografia avviata con il “botto” e proseguita fino ai giorni nostri senza sconfortanti flessioni, illuminata da una sorta di “seconda giovinezza” a partire dalla metà degli anni duemila.
Una brillantezza confermata anche nell’albo in questione, dove
hard-rock,
rhythm n’ blues e
AOR si combinano, rispettando la migliore tradizione artistica della
band, in maniera pressoché inattaccabile, in un misto di consapevolezza, maturità e
verve che splende di classe cristallina.
Il tutto irrorato dal
feeling fremente trasmesso da una laringe da “
one in a million”, capace di enfatizzare con interpretazioni altamente emozionali un crogiolo sonico al tempo stesso incisivo e d’atmosfera.
Pilotati dalla ben nota sensibilità espressiva di
Steve Overland, i cinquantacinque minuti dell’opera scorrono come un vero balsamo per l’anima degli appassionati del genere, inaugurati dall’avvincente “
Shaking the tree”, con il suo palpitante
keyboard-sound, e subito dopo fomentati in sequenza da una
sciccheria adulta del calibro di “
Waiting on love”, dall’ardore
bluesy di “
Talk is cheap” e da un potenziale
hit dal titolo “
Turn this car around”, posto al crocevia tra
Glen Burtnik e
Bryan Adams.
“
Love and war” si consegna al pubblico nelle vesti di un passionale
hard melodico di “frontiera” e fornisce il “pretesto” per evidenziare la lucida perizia di
Jim Kirkpatrick, abile nel sostenere il suo adescante
vocalist pure nell’avvolgente e assolata torpidezza sudista di “
Long road home” e nell’accattivante “
Be bucky”, in cui si segnalano anche la compattezza della sezione ritmica e il contrappunto dei tasti d’avorio di
Jem Davis.
“
Every man needs a woman” graffia e seduce sfruttando modalità tanto consolidate quanto inalterabili al logorio del tempo, e lo stesso si può tranquillamente affermare per il clima
techno-hard-blues di “
Just got started”, alimentata da un contagioso ritornello, e per “
Fight fire with fire”, altra deliziosa dimostrazione di cosa possano fare note, microfono, chitarre, basso, batteria e tastiere quando a maneggiarle c’è la gente “giusta”.
“
Be true to yourself” è l’ultima scossa del programma, in un connubio tra
rock e musica “nera” che non mancherà di affascinare chi ama lo stile “radiofonico”, colto e suadente di un’alleanza musicale chiamata
FM, per la tredicesima volta protagonista della scena melodica internazionale.
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