Dopo due album di buon livello ma non eccezionali, ecco tornare gli
Aerodyne con
'Last Days Of Sodom', terzo disco e che, molto generalmente, dovrebbe rappresentare la prova della maturità di un gruppo. Nella pratica ci andiamo abbastanza vicini, dato che comunque la band svedese senza mettere troppa carne al fuoco riesce a donare a chi ascolta un disco senza tante pretese e pieno di energia, carica, e heavy metal a profusione.
Certo la durata di un'ora scarsa non contribuisce ad un ascolto diretto, e che tollera anche dei momenti di stanca, ma nel complesso
'Last Days Of Sodom' prova che gli
Aerodyne sono più vivi che mai, e seppur riagganciandosi a sonorità molto vicine ai Gamma Ray di inizio 2000 e Iron Savior, sa comunque dimensarsi in un genere dove ormai sanno muoversi con la giusta destrezza e e capacità.
'Whirlwind Of Fire', la Runningwildiana
'Razor's Edge', o
'100 Days Of Death', tutti pezzi dove la band non risparmia un solo secondo per andare dritti al punto, con ritornelli davvero efficaci e che sopratutto non si assomigliano l'un l'altro. Un vero peccato che, fin dall'inizio di
'Angband', si senta una batteria davvero troppo massiccia, prepotente nel mix, e che penalizza molti momenti dove il pathos delle canzoni raggiunge il suo apice, come nella lunga ma non per questo noiosa
'Innocence Lost'. Vi è comunque un giusto equilibrio tra le più elaborate
'Children Of The Sun', che fra arpeggi sognanti e riff incisivi alla Iron Maiden scorre perfettamente e
'Blood In The Water', contrapposte alle più veloci ed immediate
'Endgame' e
'Alien Front' dove la voce graffiante e adrenalinica di
Marcus Heinonen la fa da padrone.
Nulla di nuovo sotto al sole dunque, ma
'Last Days Of Sodom' è un disco più che gradevole, e che merita almeno un ascolto in questo 2022.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?