Qui In redazione la
Go Down Records è ben voluta e stimata da alcuni componenti, ed i motivi sono presto detti: dall’assoluta professionalità nel fare i vari press kit da dare allo scribacchino di turno (e su questo punto ci sarebbero tante label ben più grosse e prestigiose che avrebbero solo da imparare…), al volersi concentrare su generi di nicchia ma che non solo sono interessanti ma continuano ad essere dinamici e vitali (vedasi lo Stoner, la Neo Psichedelia, il Garage Rock) e di rimando questo permette di dare voce e spazio a band e artisti che difficilmente troverebbero modo di esprimersi altrove.
Tra questi artisti c’è sicuramente
Luca Donini (in arte
Lu Silver), che viste le precedenti esperienze discografiche non è sicuramente un personaggio di primo pelo e anzi, nel suo piccolo ha avuto anche le sue gioie nel panorama Hard Rock/Retro Rock europeo.
Ma come spesso accadde anche alle varie rockstar, ad un certo punto arriva il momento di accantonare (a volte in maniera momentanea, altre in maniera definitiva, vedasi la meravigliosa carriera di
Mark Lanegan dopo gli
Screaming Trees) la furia Rock per andare a scavare nelle radici del genere, ed ecco che si paga dazio al Blues, al Folk Rock d’Albione e al Country a stelle e strisce.
Generi questi che erano una pesante influenza per le scene Psicheliche anglo-americane a cavallo tra anni ’60 e ’70 ed è in tutto questo meraviglioso amalgama sonoro fatto di vellutate melodie acustiche, leggere distorsioni, atmosfere intime ed una psichedelia elegante e festante che
Lu Silver torna a qualche anno di distanza dal suo primo disco solista, con la pandemia e relativo lockdown che hanno dato il là a tutto il processo che porta a questo
“Luneliness”.
Durante i passaggi del disco possono rincorrersi diversi nomi nella mente, dai
Beatles di
“Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band” ai
Rolling Stones, dai
Pink Floyd più bucolici nel periodo tra il ’69 e il ’71 (
“Green Is The Colour”, “If”, “Fat Old Sun” o
“Fearless” non si possono dimenticare dopotutto) o ai grandi Folk songwriter di quel periodo, grazie anche ad una certa cura per gli arrangiamenti, ricchi di elementi diversi che arricchiscono le melodie che non si vedono ingabbiate in alcuni cliché derivati da una proposta quasi interamente acustica e vedono la voce calda e avvolgente del cantante valorizzata.
Quando Lu Silver dice che “La solitudine è uno dei peggiori mali del nostro tempo, per uscirne basta ritrovare l’amore e una buona amicizia” ha perfettamente ragione, ma posso anche affermare che in alcuni momenti “Luneliness” può essere una piacevole e confortevole compagnia.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?