Certo tutto si può dire del buon vecchio
Udo, tranne che negli ultimi anni se ne sia stato con le mani in mano. Non che prima fosse pigro, anzi, come un orologio svizzero, pronto a pubblicare a cadenza biennale un nuovo album di inediti con i suoi U.D.O., certamente mai capolavori, ma comunque una buona sicurezza in campo heavy metal. Dopo la release di 'Steelfactory' però, il piccolo grande colonnello ha intrapreso diversi progetti, tra i quali un EP sinfonico con i vecchi compagni d'armi
Peter Baltes e
Stefan Kaufmann, ll tutto mentre Wolf Hoffmann continuava imperterrito con i suoi Accept, il full length 'We Are One' con la partecipazione della banda militare tedesca Das Musikkorps der Bundeswehr, un live degli U.D.O., e ora questo album di cover intitolato
'My Way' sotto il nome
Udo Dirkschneider.
Con una vena compositiva ed una energia simile a quella di un trattore ancora in funzione,
Udo non mostra il minimo cedimento alla veneranda età di 70 anni, e con questa nuova uscita ci mostra e fa sentire in chiave modernizzata le sue maggiori influenze musicali che, diciamolo fin da subito, non sono solo da lodare in alcune scelte ben precise, ma anche riarrangiate perfettamente, senza mancare di rispetto o stravolgere eccessivamente il pezzo originale.
Passiamo da veri e propri classici e inni della nostra musica come
'Rock 'N Roll' dei Led Zeppelin e
'Hell Bent For Leather' dei Judas Priest, dove
Udo pur non raggiungendo ovviamente il livello canoro dei due cantanti delle band appena citate, non manca assolutamente di coinvolgimento e un po' di sano divertimento, a reinterpretazioni di pezzi più 'datati' come
'Sympathy' dei mai troppo citati Uriah Heep e
'Fire' dei The Crazy World of Arthur Brown, suonate davvero in maniera magistrale, sopratutto dal punto di vista chitarristico, e che dimostra ulteriormente come la missione principale di
Udo sia stata quella di dare un giusto tributo, e sottolineo giusto, a quelle che sono canzoni che in
'My Way' vivono davvero di una seconda giovinezza. Certo, più di un'ora è difficile da reggere continuativamente, ma arrivati ad anthem immortali come
'T.N.T.' o
'We Will Rock You' (tra parentesi, recuperatevi il video se non lo avete ancora fatto) l'attenzione risale sempre al punto giusto. Regge ancora il tono graffiante e da 'alieno che partorisce', come lo definì un critico ai tempi degli Accept, di Udo in tutta l'ascolto, e che in
'He's A Woman, She's A Man' degli Scorpions, ma anche
'Hellraiser' degli Sweet fa esplodere tutta la sua potenza.
Ammetto che all'annuncio di questo album era già pronto a bollarlo come l'ennesima uscita per fare numero di
Udo negli ultimi anni, ma ho dovuto felicemente ricredermi.
'My Way' è un disco che ci mostra le radici musicali di una colonna portante dell'heavy metal, appassionando nell'ascolto e portando a premere play ancora una volta. Da metterci la firma per arrivare a 70 anni con una gagliardia del genere.
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