Sei "frammenti di violenza controllata", per descrivere il difficile ma appagante percorso della crescita... questa è la strada scelta dai Kardia per raccontarci, attraverso testi particolarmente instrospettivi, la vita. I quattro bravissimi ragazzi romani si esprimono con un rock quasi new wave veramente intrigante/dolce/delicato/aggressivo/etereo, risultando alla fine l'ascolto del cd quasi un viaggio fra sensazioni ed umori talmente diversi da lasciare a volte sconcertati. Mi piacciono le parole del gruppo: "Kubo" è lo sguardo estasiato, "Nero" l'impotente fragilità delle emozioni, "Brucia!" la rabbia e la nostalgia, "Trascendenza" il composto commiato al mondo di ieri, "Nenia" la scoperta dei chiaroscuri affascinanti dell'esistenza, "Ancora Lontano" la consacrazione della vita. Sei perle apparentemente semplici, ma dalla complessità nascosta, in cui la tecnica è utilizzata non per stupire ma per creare e modellare la materia musicale a immagine e somiglianza delle emozioni del gruppo. In alcuni punti sembra addirittura di sentire la malinconia dei primi Litfiba, e questo continuo filo di tensione oscura è l'unica cosa che ci permette di orientarci attraverso brani così frammentari. La produzione è perfetta, direi cristallina, ed esalta il gruppo soprattutto negli episodi più liquidi e dilatati, come la parte centrale di "Brucia!" in cui i nostri Kardia arrivano a scomodare addirittura gli U2. Una demo al limite della perfezione, quindi, anche se consiglierei al gruppo di migliorare un pelino i finali in cui la continua ripetizione di alcune frasi rovina gli equilibri del lavoro introducendo un pò di frustrazione. Per il resto il mini-cd è stupendo e si merita di ottenere giusto riconoscimento: sono sicuro che, continuando a lavorare con questa sincerità e dedizione, i risultati non tarderanno ad arrivare.
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