È un momento di standby per due band che hanno scritto la storia del metal italiano. Dopo l'uscita di "
Rock'n'Roll Prisoners" e di "
Seventheaven",
Strana Officina e
Vanadium decidono infatti, quasi all'unisono, di prendersi una pausa di riflessione. Non è facile sbattere la capoccia contro il muro eretto a perpetua protezione di "sole cuore amore", da sempre insopportabile tormentone del mainstream italiano.
Non per questo, i protagonisti se ne stanno con le mani in mano.
Fabio e
Roberto Cappanera, rispettivamente chitarra e batteria della Strana Officina, mettono in piedi un progetto che arreca il loro cognome, contornandosi di ospiti di eccellenza del panorama tricolore. Uno su tutti, il tastierista
Ruggero Zanolini degli amici Vanadium, ma anche il bassista
Andrea Castelli (Shabby Trick), ed il mitico
Johnny Salani, primo frontman della stessa Strana Officina.
I due fratelli livornesi tornano alla lingua madre per i testi di "
Non C'è Più Mondo", quasi a voler rivendicare lo spirito primigenio della Strana Officina, eppure il contenuto musicale appare subito alquanto differente.
C'è tanto blues, tanto southern rock, ma anche tanto class/AOR fra le tracce di un album che, come pochi altri nella storia italiana, fotografa in modo inequivocabile l'anima dei suoi autori.
Come l'irresistibile apripista on the road "
Aurelia Freeway", un hard'n'roll che sembra l'ideale comfort zone per la voce verace di Johnny Salani: quando intona il memorabile refrain "
il sole mi scalda i jeans, cappello sugli occhi, la vita è favolosa", sfido chiunque a non provare un misto di emozione e tristezza. Specialmente alla luce di quanto sarebbe accaduto da lì a poco, con Fabio e Roberto stroncati da un fatale incidente stradale. Personalmente ho sempre voluto ricordarli così, in questo straordinario ritratto da working class heroes, con il tragitto "
Livorno-Grosseto, Grosseto-Livorno" a trattenere il loro spirito ribelle come un alito vitale: la Cappanera Freeway.
Salani è straordinario anche nella title-track, un hard blues tambureggiante che non lesina accuse ad un sistema sociale marcio e corrotto, ma anche in "
La Nostra Banda Vi Prenderà", una sorta di "
Bad To The Bone" (
George Thorogood) all'italiana che non fa prigionieri. Su quest'ultima in particolare, Zanolini infonde tutta la sua maestria all'Hammond, proprio come ai tempi della classica "
Fire Trails" coi Vanadium di "
A Race With The Devil". Il microfono passa a Fabio Cappanera in "
Barbone", una ballad triste e struggente che cerca di andare oltre il tipico stereotipo del "clochard", riuscendoci peraltro appieno. Il testo è infatti ispirato da un crudele fatto di cronaca dell'epoca, quando un homeless viene bruciato vivo da qualche vigliacco senza nome.
Prima parlavo di episodi vicini al melodic rock ed all'AOR, ed "
Impossible Capirti" rappresenta il primo brano che viaggia in tal senso, con i sintetizzatori di Zanolini che si rifanno al suono portato in auge da gruppi come
Giuffria e
House Of Lords. La magia si ripete con "
Amazzonia", nonostante delle liriche impegnate e non sicuramente affini alle notti da boulevard losangeleno, ma soprattutto in "
Cambierò", che si lega a doppia mandata ai Vanadium targati "Seventheaven". La similitudine coi colleghi meneghini si ripropone con la pomposa "
Drago Dorato", nella quale si notano pure alcune affinità nei riguardi del
Johnny Van Zant versione melodic rock, prima che l'acustica "
Vittima" ponga il sigillo su un lavoro di statura maiuscola.
Fabio e Roberto hanno già preparato le canzoni per il seguito di "Non C'è Più Mondo", ma il destino si abbatte crudele come una lama nell'estate del 1993. La "legacy" Cappanera verrà tuttavia riproposta da Dario (nipote dei due fratelli) e Rolando (figlio di Roberto), con l'ausilio di
Morby alla voce, altra figura storica della scena hard'n'heavy toscana. L'album "
Cuore Blues Rock'n'Roll", uscito per
Jolly Records nel 2011, rende infatti giustizia a pezzi che, per cause di forza maggiore, rimangono chiuse in un prezioso cassetto per due decenni.
Per chi volesse approfondirne la conoscenza, vi posto
il link della mia recensione di dieci anni fa, pubblicata sempre su questo sito. Non finirà mai!