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Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2022
Durata:37 min.
Etichetta:Helter Skelter/Regain Records

Tracklist

  1. STEAM OF STERTOROUSE CADAVER
  2. GIBLETS
  3. MISSED ABORTION
  4. BURIAL CREMATION
  5. FAECES (POST MORTEM)
  6. MYCOTIC DIARRHEA AND MYOSPASMIC NAUSEA
  7. ANAL ADVENTURE
  8. PURULENT FETUS

Line up

  • Jone Korhonen: Bass
  • Marko Oittinen: Drums
  • Niko Kuopila: Guitars
  • Ape Pekkala: Guitars
  • Marko Tyni: Vocals

Voto medio utenti

Nati inizialmente come punk/hardcore band nei tardi anni 80, i finnici Coprophilia hanno poi virato decisamente verso i lidi death metal in seguito all’esplosione del movimento in tutto il mondo. La band è durata il tempo di un battito di ali di farfalla (dei suoi componenti il solo chitarrista Ape Pekkala risulta ancora attivo suonando nei Worthless) ma, evidentemente qualcosa del death venato di grindcore del combo proveniente da Uusikaupunki è rimasto nella memoria collettiva accanto agli altri pionieri della scena finlandese invece di dissolversi nell’oblio.

Eccovi quindi spiegato il motivo per il quale nel 2022, ad oltre trenta anni dallo scioglimento della band, mi ritrovo a parlarvi della raccolta intitolata (toh!) “The demo collection” da parte della Helter Skelter Productions/Regain Records, che forniscono l’occasione per chi ama recuperare anche i più frammenti del passato della nostra musica preferita.

Otto canzoni per poco più di trentasette minuti di musica che ci raccontano di una band che principalmente traeva ispirazione dalla musica di Napalm Death e dai Carcass degli anni a cavallo fra l’1988 e il 1991 senza per questo rinunciare alla loro matrice punk originaria, in un mix dinamico e fluido che in alcuni passaggi può ricordare altri precursori del genere che avevano base a quelle latitudini quali Abhorrence, Demilich, Xysma ed Amorphis.

La registrazione, ovviamente, va presa per quello che è e non si può pretendere di sentire un suono più pulito oppure aspettarsi dalle frequenze bilanciate. L’immancabile fruscio in sottofondo – che è ben ricordare, accompagnava la quasi totalità dei demotape dell’epoca – non risulta alla fine così disturbante nell’economia dell’ascolto, e non ricopre il tutto irrimediabilmente, lasciandoci così modo di apprezzare la musica dei Coprophilia.

Gli ultimi tre pezzi, i più recenti per intenderci, sono quelli più Carcass-oriented, in cui si nota il tentativo di replicare il fortunato sound di “Necroticism…”

Band che probabilmente avrebbe meritato più fortuna perché, alla fine, i Coprophilia avevano fra le mani qualche buona carta da giocare. Se siete fra coloro nel cui animo alberga lo spirito del collezionista, “The demo collection” è il cd che fa per voi.

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