Nel suo ambito operativo,
Jeff Scott Soto è stato uno dei primi “stakanovisti” della fonazione modulata ed è davvero sorprendente appurare come, nella sua lunga e corposa carriera, sia sempre riuscito a garantire in ogni progetto che lo ha visto coinvolto (vuoi per viscerale e variegata passione sonora o anche solo per impreziosire il lavoro di qualche collega “bisognoso” …) una grande qualità tecnica e una sensibilità interpretativa “speciale”, capace di adattarsi alle diverse sfumature espressive.
Con “
Complicated”, ottavo capitolo della sua parabola solista, il nostro consolida la fruttuosa
partnership con
Alessandro Del Vecchio (un altro che a livello di zelo e assiduità professionale non scherza affatto …) e sforna l’ennesimo dischetto di livello, che spazia con disinvoltura e ispirazione tra
hard-rock,
funky e
AOR, non mostrando segni evidenti di quella “stanchezza” e di quella abulica
routine prevedibili quando ci si trova di fronte ad un’esposizione artistica tanto estesa.
La sua voce, tuttora fenomenale, è ovviamente il cardine su cui si poggia un
songwriting tuttavia sempre assai godibile e contagioso, per un programma che farà provare qualche “brividino” particolare agli “orfani” dei Talisman, probabilmente il riferimento principale di questi quarantatré minuti abbondanti di ottima musica.
Sottolineando l’ottima prestazione, per fluidità, misura e
pathos, di
Fabrizio Sgattoni, non rimane che affidarsi alla confortevole “familiarità” melodica di “
Last to know”, per poi assistere ad un incremento emotivo grazie alle pulsazioni di “
Disbelieving” e “
Home again”, “roba” che
Marcel Jacob, ovunque si trovi, non mancherà di apprezzare.
Il tocco psichedelico di “
Love is the revolution” aggiunge un’inebriante suggestione d’ascolto alla raccolta, e se “
Until I see you again” è una ballata ben costruita e la
title-track dell’albo si dimostra un eccellente frammento di raffinata elegia adulta, “
Don't look back” nel medesimo contesto stilistico riesce addirittura a fare meglio, finendo per procurare fremiti di pura trepidazione negli animi di tutti gli
chic-rockers.
La grinta
Malmsteen-esca di “
New horizon”, gradevole ma non esaltante, lascia spazio ad un altro paio di vibranti gioiellini melodici dal titolo “
Back to the beginning” e “
Thank you”, mentre al piacevole
filler “
Obsession” è affidato il compito di suggellare “
Complicated”, catalogandolo come l’ennesima prova di valore di un artista dal talento apparentemente inesauribile, con il quale ogni ambizioso contendente del settore, più o meno “esperto”, deve ancora oggi fatalmente confrontarsi.
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