Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:51 min.
Etichetta:Svirgin

Tracklist

  1. ROCK STANK
  2. K.U.R.N.ALCOOL
  3. SO QUI (COL VI)
  4. SVARIEAUX
  5. MINI MINA
  6. Vì’TA
  7. MALTEAUX
  8. GIMME GIMME BUTTIGLIò
  9. COMA ETILICO
  10. SKIFA
  11. DECCE DA BEVE

Line up

  • Ricky Tyger Bigwhite: vocals
  • John Big George: vocals
  • Michael Trilling: guitars
  • Mark Nardiello: guitars
  • Andreas Kleinestein: bass
  • Max Vortex : drums
  • J.j. Guasto: drums

Voto medio utenti

Ognuno di noi, da adolescenti appassionati ed innamorati di musica rock e metal, ha avuto i suoi idoli: ho avuto compagni di classe che immaginavano di essere Axl Rose, contornato a Los Angeles da migliaia di ragazze adoranti come ogni star che si rispetti, altri più "incentrati" sulla musica sognavano di poter comporre brani storici come faceva Kai Hansen con gli Helloween nella fredda Amburgo, altri ancora sul versante più estremo si vedevano perfettamente calati nella scena floridiana tra un Chuck Schuldiner ed un Trey Azagthoth ad entrare ed uscire dai Morrisound Studios per farsi un caffettino con Scott Burns.

E poi c'ero io, che chissà com'era Falconara Marittima e la celeberrima Piazza Mazzini (non fate i furbi che quando facevo il liceo Google Maps era ancora nella testa di Larry Page), che mi vedevo insieme ai Kurnalcool a "stazza'" in qualche sagra di paese del marchigiano, tra una festa del vino rosso di Morro d'Alba e quella dell'uva di Cupramontana, vivendo anche io a distanza le loro imprese nelle sagre toscane che hanno adornato ogni estate della mia giovinezza.

Questo 2022, oltre a regalarmi la gioia e l'emozione di aver finalmente visto oltre che questi luoghi anche la mia prima esibizione dal vivo dei Kurnalcool, proprio in quel di Falconara, ci porta anche il nuovo album, sinistramente intitolato "The Final Tazz", giunto a ben dodici anni di distanza dal precedente "Vì" del 2010.
A proposito di quest'ultimo (che nel frattempo non è mai uscito dal mio lettore cd a casa ed in auto) far meglio di quanto pubblicato in passato era impresa letteralmente impossibile, dato che tutti e quattro gli album "ufficiali", usciti tra il 1998 ed il 2010, sono delle autentiche gemme tra materiale fresco, ripescaggi dal passato, cover e vari cambi di sonorità tra un episodio e l'altro, ma quello che importa è che anche questo "The Final Tazz" sia un disco all'altezza del loro nome e che porti avanti fieramente una storia iniziata nel lontanissimo 1986, quando davvero le band italiane che tentavano di portare avanti un certo discorso basato su rock e metal si potevano contare sulle dita di due mani.

Come anticipato, le sonorità rispetto al precedente "Vi'" si sono fatte meno esasperate, le chitarre sono meno pesanti e violente, restituendo una sonorità più hardrockeggiante, a-la' "Takki a Beve", ma solo dal punto di vista della distorsione, poichè non mancano affatto degli episodi decisamente più thrashosi e schizzati come l'aggressiva "Skifa" od il ripescaggio della celebre "Gimme Gimme buttigliò", originariamente apparsa proprio nel demo del 1986 a nome "Bumba Atomika", che fa il paio con la stupenda e toccante "Vita" (qui rinominata "Vi'ta") che ho adorato per decenni vista la sua presenza su "Slongame la Biscia" del 1989, riedizioni che rendono onore senza snaturare alle versioni originali che ci hanno accompagnato durante la nostra esistenza.

Nei cinquanta minuti che compongono "The Final Tazz" c'è spazio per un brano in lingua inglese, trascinante ed energico, come "K.U.R.N.Alcool", la convincente opener "Rock Stank" che descrive i nostri acciacchi da veterani del rock e la catchy "Mini Mina", accompagnata anche dall'esilarante video in calce alla recensione, che è già un classico del loro prossimo repertorio.
Non mancano le cover, ovvero "I Am (I’m Me)" dei Twisted Sister e "Don’t Stop Believin’" dei Journey che si trasformano - egregiamente - in "So qui (col vi)" e "Decce da beve", quest'ultima in particolar modo davvero commovente, veramente da accendino e con un testo che pare quasi un omaggio a loro stessi e noi che da sempre li seguiamo.

Per concludere si segnalano tra i brani migliori del disco "Coma Etilico" e la nervosa "Malteaux", in cui come sempre si percepiscono ormai chiaramente le capacità dei nostri che da anni ed anni non sono più solamente una band "folkloristica" ma un combo tecnicamente valido ed impeccabile anche dal punto di vista musicale.

E' cambiata l'Italia, la società, il mondo intero da quando i Kurnalcool hanno iniziato il loro cammino, ormai 36 anni fa, ma la magia che si viene a creare ogni qualvolta i nostri imbracciano le chitarre e salgono su un palco non si dissolverà mai, riportandoci ogni volta con la mente ed il cuore ai tempi quando "metallo e vì fa' sta be'"...

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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