Ecco fra le mie mani il debutto autoprodotto dei sardi
Thanit, un debutto devo dire davvero ben fatto.
I nostri si muovono con esperienza su territori symphonic metal ma non disdegnano anche incursioni in territori prog come nel brano “
Coming home”.
Le tastiere giocano un ruolo fondamentale nella costruzione dei brani ma non hanno gli eccessi che certe formazioni appartenenti allo stesso stile purtroppo conservano; qui invece il dialogo tra tutti i musicisti rimane intenso per comunicare il pathos emotivo che il concept comunica.
L’opener potente condotta dalla doppia cassa sembra ispirata ai
Rhapsody Of Fire ma con una personalità ben delineata, perché qui lo spirito del collettivo sardo è palpabile.
Tanto per dirne una, la band sa giocare su varie sponde come nel brano venato di hard con un bel riff “
Born by the flames”, oppure toccare corde più intime come nella malinconica “
Neverending life”.
Uno degli assi della manica degli isolani è la frontwoman
Sara Fadda che ha una capacità vocale potente e sfaccettata dove sfodera sia una timbrica da soprano lirico dove richiede la formula oppure parte con una voce squillante e vibrante, piena.
La cosa che mi stupisce in negativo, non riferito ai ragazzi sia ben chiaro, perché in mezzo a troppe uscite inutili sul mercato metal, i nostri non siano ancora accasati presso un' etichetta, perché meriterebbero avendone tutti i crismi; perciò mi auguro di vedere in un futuro non tanto lontano un secondo album “ufficiale”, quindi ocio care label a non farveli scappare.
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