Sin dal suo titolo, il secondo album degli scozzesi
Ashenspire mette in chiaro le cose: quello che andremo ad ascoltare sarà qualcosa di "particolare", difficile, ostile.
Rispetto al loro
esordio, uscito ormai 5 anni fa, il gruppo si muove sulle stesse coordinate sonore, andando, quindi, a creare una miscela di A Forest of Stars e ultimi Dødheimsgard, ma aggiungendo una componente atmosferica noir-hop e dark jazz che, ulteriormente, va a complicare l'approccio eclettico e avant-guardistico di artisti che non si accontentano di percorrere sentieri facili o scontati.
"Hostile Architecture" è un album intricato, fatto di continui cambi di registro, ricco di traiettorie "storte" dipinte dal sax e dal violino, con brani che non hanno una struttura classica e non sono mai veramente cantati ma che si avvalgono della tecnica "parlata" del sprechgesang, un album, però, anche duro e violento quando la palese influenza dei mai troppo osannati Altar of Plagues e del loro capolavoro ’Teethed Glory and Injury" viene alla ribalta unendosi, in una folle danza senza schemi predefiniti, con tutto il resto del tessuto sonoro.
Quello che emerge dall'ascolto di un lavoro del genere è la sensazione di
improvvisazione che permea ogni brano, ma anche la sua atmosfera "romantica", il suo carattere crudo ed il suo multi sfaccettato spettro espressivo che, mai e poi mai, potrà piacere ai puristi di questo o quel genere, tutti elementi, quelli appena descritti, che fanno degli
Ashenspire, e del loro messaggio fortemente anti capitalista, un gruppo di nicchia e di moderni ribelli che potranno piacere o potranno essere odiati in egual misura.
Sta solo a voi capire da che parte porvi.
Pr quanto mi riguarda, questo disco difficilmente girerà ancora nel mio lettore....
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