Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:47 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. FIFTEEN MINUTES
  2. WESTBOUND
  3. TOO OLD FOR THIS
  4. MONEY CAN KILL
  5. THE DRIVER
  6. TIME CRISIS
  7. FACING THE MUSIC
  8. WORLD GONE MAD
  9. LIVING THE LIFE
  10. CANCEL THE FLIGHT
  11. LONELIEST NIGHT

Line up

  • Michael Palace: all Instruments

Voto medio utenti

Quarto albo solista per Michael Palace, le cui doti di cantante, polistrumentista e compositore sono ormai di pubblico dominio.
Con tali presupposti difficile aspettarsi qualcosa di meno di un altro lavoro eccellente, magari sperando in quel “passetto” in avanti tale da rendere “One 4 the road” un plausibile contendente al podio annuale della fiorente scena melodica internazionale.
Beh, almeno per quanto mi riguarda, non ho rilevato decisivi miglioramenti rispetto alla precedente produzione discografica dell’abile svedese, ma pur alla luce di siffatta notazione non posso far altro che consigliare caldamente l’opera a chiunque apprezzi l’AOR ottantiano spensierato, arioso e solare, esaltazione di tutti i sentimenti “positivi” e confortanti tipici del genere.
Una “roba” che assorbe gli insegnamenti di Rick Springfield, John Waite, Tom Kimmel, Toto e Survivor, li addiziona all’approccio scandinavo alla materia e tenta anche di rendere il tutto adatto agli chic-rockers meno “nostalgici”, piazzando con sapienza qualche tocco “modernista” non particolarmente invasivo (vedasi “Living the life” o la conclusiva “Loneliest night”).
Una sequenza pressoché ininterrotta di belle canzoni, insomma, da cui si stagliano le vagamente Bad English-ianeFifteen minutes” e “Cancel the flight”, la radiosa "Westbound” e ancora la ballata rootsyThe driver”, mentre il feeling irresistibile di “Money can kill”, “Time crisis” e “Facing the music” (un po’ alla Pride Of Lions), elegge i tre brani come i momenti più appassionanti di un programma, lo ripeto, sostanzialmente privo di controindicazioni.
Competenza tecnica, cultura e sensibilità espressiva confermano Michael Palace nel ruolo di uno dei veri protagonisti del melodic rock del terzo millennio, a cui forse manca solo di trovare un quid capace di rendere ancora più personale e memorabile il proprio sound … una sfida impegnativa che solo chi possiede un talento così imponente può affrontare.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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