Ad otto anni da quel "
Beyond the Red Mirror" che per chi vi scrive fu un intollerabile atto di
presupponenza, otto anni a spingere sempre di più sul lato orchestrale, sinfonico, barocco (con risultati discutibili, peraltro), i
Blind Guardian rinascono, si ridanno una nuova direzione e inaugurano una nuova era con "
The God Machine". Più asciutto, più cattivo, più appoggiato ai fasti
speed-metal degli esordi, questo è un album in cui la creatura di Hansi Kürsch cerca di scrollarsi di dosso l'aura ormai stantia di band pomposa e inutilmente prolissa; questo album spinge sull'acceleratore, tirando fuori riff e drumming cattivissimi, con i soliti testi curati, ma limitando le orchestrazioni a pochi momenti ben soppesati, senza appesantire canzoni che, al contrario, fanno dell'aggressione sonora la loro quota.
Tutto bene, dunque? No. La qualità media di questi pezzi non è alta, e se è vero (come è vero, almeno per il sottoscritto) che l'album guadagna qualcosa dal terzo ascolto in poi, è altrettanto innegabile che manchino i ritornelli indimenticabili, le melodie che ti catturano, anche se quello che resta è decisamente meno peggio di quanto mi immaginassi. L'opener "
Deliver Us from Evil", per esempio, non è affatto male, ma ad essa seguono pezzi potenti ma un po' troppo anonimi come "
Damnation" o il lungo mid-temposo "
Secrets of the Amerigan Gods", liberamente tratto dal lavoro di Neil Gaiman, ma davvero pesante da digerire, e parliamo di 7 minuti e mezzo; bei tempi, quando ci si beveva come un bicchiere d'acqua sberle di 20 e passa minuti!
Niente, è così, pezzo dopo pezzo, fino a toccare picchi di fastidio con brani come "
Let it Be No More" o "
Blood of the Elves", uno dei singoli e, per me, una delle canzoni più brutte mai scelte come singolo dai bardi.
Non lo so. Per carità, i tempi cambiano e la virata stilistica ha tutte le ragioni d'essere, anche alla luce del recente passato. Il risultato, però, non mi convince appieno, ed il mio voto, più che una valutazione di merito, vuole essere l'espressione di una mediocrità che, associata al nome Blind Guardian, mi dà un fastidio che non vi dico.