Gettati ormai da anni i panni del "Signore Delle Tenebre", il buon Ozzy torna sul mercato discografico col nuovo album di inediti dal titolo emblematico di "
Paziente Numero 9".
Ed effettivamente parlando di Ozzy non si può non considerarlo un sopravvissuto a se stesso, colpito negli ultimi anni da vari malanni (Covid 19 incluso) e reduce da una vita che definire "over the top" è riduttivo.
Buon per noi però che dal punto di vista musicale il Madman non abbia perso la sua creativita' anche se, ben inteso, le sferzate metal degli esordi ormai sono un lontano ricordo, l'Ozzy del 2022 e' quello scaturito nel 2020 con "
Ordinary Man" vale a dire un distinto signore di una certa età che ha capito (forse ) il senso della vita e la strada da intraprendere senza autodistruggersi.
Andrew Watt, Robert Trujillo, Chad Smith , Ali Tamposi e il leggendario Jeff Beck sono tra i principali guests di un album che non delude, anzi ci presenta un artista in ottima forma.
Partendo dalla titletrack ( ospite d'onore Jeff Beck che ci offre una prova chitarristica da par suo ), primo singolo e video estratti, la formula vincente del più recente Ozzy non viene meno a base di massicce dosi di melodia, virtuosismi chitarristici dell'onnipresente Zakk Wylde e linee vocali riconoscibilissime di una voce unica nel panorama metal. La matrice metal è surclassata da quella più hard rock ma rimane comunque presente in ottimi pezzi quali "
Parasite" e nel roccioso mid-tempo "
Immortal". I chorus orecchiabili e cantabili la fanno da padrona, in "
No Escape From Now" e "
Degradation Rules" si riforma addirittura la coppia d'assi Osbourne/Iommi e uno spolvero di Black Sabbath c'è, risultando essere due ottime canzoni. Le sorprese non finiscono ed ecco comparire un altro grande delle 6 corde, mr Clapton, che in "
One Of Those Days" spreme la sua chitarra sconfinando in lidi duri e lontani dal mondo blues cui appartiene di diritto, "A
Thousand Shades " - feat Jeff Beck - è l'ennesima ballad nelle quali mr Osbourne è maestro.
L'autobiografica "
Mr Darkness" con Wylde alla chitarra scorre tranquilla fino all'esplosivo chorus che infonde al pezzo un'inaspettata iniezione di energia, l'oscura "
Evil Shuffle" non avrebbe sfigurato nella discografia più recente dei Sabbath e la presenza di un paio di pezzi un po' troppo ordinari non inficia certo la riuscita finale di un disco che sorprende per la varietà del songwriting e per la prestazione vocale di un signore di 74 anni che non deve dimostrare più niente a nessuno.
Lunga vita al Madman!
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