Aspettavo al varco questi norvegesi che nel 2019 mi avevano fatto sognare con il loro
debutto discografico.
Iniziamo dicendo che
“Unseen Color” è un buon album, ma leggermente al di sotto delle mie aspettative. La piega presa dal quintetto è un po’ quella dei conterranei
Leprous, che hanno abbandonato progressivamente la ferocia in favore di soluzioni più soffuse e ricercate (
“In Syzygy”, “Perdundant Lives”).
A volte si raggiungono picchi veramente notevoli (è il caso dell’ottima
“A Body Of Your Won”, in cui emerge il talento del cantante
Fredrik Bergersen Klemp), altre volte - purtroppo - il motore sembra girare un po’ a vuoto (
“Imitation Flesh”, “Unseen Color”).
L’elettronica domina incontrastata, equamente ripartita tra episodi che rievocano i fasti del passato (
“Contranym”, “Non-Euclidean Heart”) e brani più avventurosi ma comunque orecchiabili (
“Blind Sight”, “Boltzman Brain”).
Che si tratti di un lavoro meno travolgente di
“Meta” è fuori discussione, ma continuo a credere che i
Maraton, grazie al loro mix unico di sonorità, abbiano ancora tante carte da giocarsi.
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