Dopo un
primo album pubblicato in seguito alla prematura scomparsa di
Virgil Howe (figlio del ben più noto
Steve Howe), il chitarrista degli
Yes ha trovato il tempo – e soprattutto la forza – di riprendere in mano altri frammenti musicali composti dall’allora quarantunenne per dargli una forma definitiva.
Sono spesso brevi brani strumentali, ipnotici e un po’ ambient (
“Lunar Mist”, “Eternal”), a volte quasi etnici (penso a
“More Thank You Know”, con Steve in grande spolvero, o a
“Dirama”). Non mancano soluzioni più nostalgiche, che rievocano
Alan Parsons o - in qualche maniera - i Supertramp (
“Plexus”, “A Month In The Sun”, “Pagoda”), in contrasto con episodi più ricercati e spigolosi (
“Maria’s Theme”, “Lothian’s Way”). Poco spazio, purtroppo, viene lasciato alle melodie più riuscite (
“As If Between”, “Free Spirit”).
Le sonorità affascinanti, cinematografiche e crimsoniche, dominate dall’elettronica e dai sintetizzatori di
“Martian Mood” chiudono un lavoro sì toccante, ma tutt’altro che indispensabile.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?