Questo dei Metus è sicuramente uno dei demo più strani che mi sia mai capitato di ricevere: una specie di rock strumentale con chitarra, tastiera e batteria elettronica suonato in un modo tutto particolare. In ogni caso strano non è sinonimo di brutto, e bisogna riconoscere ai Metus il merito di aver provato a proporre qualcosa di nuovo. In realtà i due creatori del progetto lo definiscono in modo molto preciso e cervellotico, con parole che non riporto qui ma che fanno capire come il gruppo ci tenga a sottolineare la sua totale estraneità a qualsiasi tipo di genere musicale o di struttura formale, motivo per cui eviterò qualsiasi riferimento di questo tipo nel corso della recensione. Quindi nel demo troviamo musica strumentale, ben suonata, ma pur sempre quasi un'ora di chitarre e tastiere senza udire una sola voce... esperimento che stuferà e non poco chi non è abituato. Il problema principale è la programmazione della batteria troppo uniforme: molto belli e realistici i suoni, ma poco variegata la struttura che spesso e volentieri si riduce ad un utilizzo del blast beat (che personalmente adoro, ma quando è troppo...). Le melodie create da Alessandro e Biagio sono spesso interessanti, ma la questione è sempre la stessa: la noia che assale dopo un paio di giri rende questo cd un mattone che non fa venire voglia di essere riascoltato molto spesso. L'esperimento si può considerare ben riuscito nel momento in cui riusciamo a visualizzare delle immagini anche senza l'aiuto delle parole, e proprio a questo proposito trovo inutile l'inserimento di una specie di testo che dovrebbe guidare l'ascoltatore. Forse sono io che non l'ho capito, forse questa musica è davvero troppo pesante da digerire... fatto sta che secondo me c'è ancora molto da migliorare prima di poterci considerare soddisfatti.
Contatti:
Biagio Rindone
via Mattia Pascal n°3
92100 Agrigento
rindonel@libero.it
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