Nati nel 2020, il terzetto finlandese dei
Morbific ha cominciato fin da subito a fare le cose sul serio. Lo scorso anno ha visto la pubblicazione del debut “
Ominous seep of putridity” e, dopo nemmeno dodici mesi, è arrivato sugli scaffali il presente
“Squirm beyond the mortal realm”. Ma non prima di aver partecipato ad uno split coi giapponesi
Anatomia.
Se si supera l’iniziale impatto di una produzione fin troppo low-fi, confusa e caciarona che farà tanto old school ma che potrebbe fare storcere il naso a chi ama sonorità più definite, si capisce che i
Morbific masticano questo genere con conoscenza di causa.
Attingendo a piene mani alle esperienze statunitensi di
Autopsy, Rottrevore, Mortician, Cerebral Rot, i
Morbific hanno dato alle stampe un lavoro che possiamo definire come “felicemente ignorante”, in cui tirano abbondanti secchiate di acqua fetida addosso all’ascoltatore.
Le canzoni posseggono un dinamismo piuttosto accattivante. All’interno di “
Squirm beyond the mortal realm” troviamo presenti sia lugubre atmosfere doomeggianti create mediante l’utilizzo di riverberi e tempi rallentati, sia parti più schizofreniche di chiara derivazione grind che riconducono alle radici della band.
Questa ibridazione che sulla carta potrebbe far aggrottare qualche sopracciglio, nei fatti funziona molto bene reggendosi su un delicato, quanto stabile, equilibrio che dona a
"Squirm beyond the mortal realm” una varietà che mette in secondo piano la poca originalità della proposta dei finlandesi.
Dopo ripetuti ascolti, rimane la sensazione che i
Morbific abbiano ancora ampli margini di crescita e che in futuro risentiremo ancora parlare di loro su queste pagine.
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