Ho la netta impressione che ci sia un pizzico di “prevenzione” nei confronti dei “progetti” di casa
Frontiers Music, una soluzione artistica ampiamente sfruttata dalla
label partenopea e dal suo
boss Serafino Perugino.
Io stesso ammetto di essere un po’ scettico di fronte ad una scelta discografica pericolosamente vicina all’abuso, ma se poi il risultato finale è un disco come quello dei
Ginevra, ogni altra valutazione di tipo
etico (si fa per dire …) finisce per passare in secondo piano.
Ebbene sì, perché
Kristian Fyhr (Seventh Crystal),
Magnus Karlsson (The Ferrymen, Primal Fear, …),
Jimmy Jay (H.E.A.T) e
Magnus Ulfstedt (Eclipse, Nordic Union) con “
We belong to the stars” hanno sfornato un bellissimo modo con cui i sostenitori dell’
hard melodico scandinavo potranno trascorrere tre quarti d’ora abbondanti del loro tempo di qualità.
Gli estimatori di 220 Volt, Treat, H.E.A.T ed Eclipse si ritengano dunque avvisati, dal momento che l’opera è certamente adatta ad assecondare pienamente i loro gusti musicali, senza “sorprese” magari, e tuttavia sostenuta dalla capacità di ammantare di un’adeguata dose di freschezza una serie di
cliché ad alto rischio di censura, qualora trattati dalle mani “sbagliate”.
Insomma, tante belle melodie, tecnica sopraffina e una voce altamente comunicativa, il tutto sapientemente innervato da progressioni sonore grintose e granitiche rappresentano il
leitmotiv di un programma che si apre felicemente con il
refrain contagioso di “
Siren’s calling”, con la brillante “
Unbreakable” fa provare un brivido speciale ai tanti
fans di
Erik Mårtensson & C. per poi dimostrare di saper chiedere “scusa” senza sdilinquimenti grazie alla miscela di sentimento e “ruffianeria” denominato “
Apologize”.
Il duetto canoro con
Chez Kane in “
Masquerade” testimonia l’abilità interpretativa di
Fyhr, capace di amalgamarsi intensamente con l’ugola della collega prima che il
break chitarristico di
Karlsson accentui ulteriormente gli effetti emotivi del brano, prolungati da “
Break the silence” e “
Brokenhearted”, che faranno felici anche i tifosi dei W.E.T.
Un paio di episodi appena meno efficaci e un po’ troppo convenzionali come la
title-track e “
I’ll be around” (dai tratti vagamente Bon Jovi-
eschi), lasciano spazio al fascinoso tocco sinfonico concesso a “
Falling to pieces” e alla bella carica di “
The fight”, anch’essa non particolarmente “caratterizzata” eppure piuttosto coinvolgente.
Epilogo riservato a “
My rock’n’roll”, che nelle sue fibre soniche esibisce tutte le qualità che deve possedere una soffusa ballata
de-luxe per attrarre gli animi dei
rockofili più sensibili e passionali.
I
Ginevra rimarranno un’entità estemporanea? Toglieranno spazio a qualche emergente dal
curriculum meno prestigioso? Nella loro proposta manca il “fuoco sacro” di chi la sviluppa collettivamente nelle “cantine”? Domande magari anche legittime che per ora differiamo di fronte alle piacevoli suggestioni d’ascolto procurate da “
We belong to the stars”.
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