C’è qualcuno finalmente che vuole dare uno scossone al genere doom metal, che invero a volte pare essere per sue caratteristiche statico ed immutabile.
Non sto parlando di rivoluzioni estreme, ma di dare piccoli tocchi personali, perché il suono di questa one-man band veneta è riconoscibile.
Per due motivi; in primis l’uso del basso messo davanti, iperdistorto, selvaggio e che rende ancor più oscuro il genere musicale in questione, in secundis è l’uso di un proprio linguaggio nelle parti vocali da parte del leader e deus ex machina
MZ.
Basta sentire l’apertura “
Antro”, lenta, con rullate unite allo strumento a quattro corde che è portante ed avvolge la materia sonora; si sente una radice blues iperamplificata nell’impasto.
La seguente “
Baptisterium” è maligna, con la voce del nostro riverberata, evocativa e che sembra celebrare una cerimonia pagana con vocalizzi espressivi.
Il tutto ha una marcia lenta con pochi tocchi di batteria a sottolineare il tutto con un solo di basso a condire la mistura nerissima.
In questo album sono numerose le strumentali che fanno bella mostra, per citarne un paio c’è l’inquietante e lunga “
Funerale su Andromeda” che sembra fatta apposta per un horror vecchio stampo; pochi ingredienti ma sapientemente usati come linee melodiche oscure, brevi inserti di piano e organo fino al sopraggiungere pesante della sezione ritmica.
“
Megera” è una lenta discesa nell’abisso; si viene risucchiati da questo mid tempo con la distorsione dello strumento portante ossessiva che viene inframezzata da arpeggi malsani per poi riprendere a colpire.
Un bell’esempio personale dello stile estremizzato a dovere; il factotum che si è ispirato per questo progetto alla pianura padana, sa bene che sotto la superficie placida del fiume Po, c’è un mondo oscuro, maligno e luciferino, fatevi guidare in questo percorso, ne rimarrete piacevolmente trascinati.
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