Psichedelia rock strumentale e molto, molto sperimentale. Questo è ciò che propongono gli
Electric Octopus, trio di Belfast fresco del contratto con
Interstellar Smoke Records.
Diciamo subito che siamo lontani anni luce dallo psycho-hard più aggressivo e tumultuoso, perchè gli irlandesi adottano innanzitutto una scrittura totalmente free-form e un'attitudine da jam session ad alto gradiente di sballo, in secondo luogo perchè evidenziano forti influenze acid-jazz e kraut-rock settantiano. I loro brani sono lunghissimi percorsi (talvolta sfiancanti) immersi perlopiù in una atmosfera di totale improvvisazione, spesso dilatando enormemente rutilanti intrecci di sonorità scabre, quasi meccaniche in certi frangenti, con lo scopo di indurre l'ascoltatore ad un completo abbandono narcolettico. Un disco che possiede coordinate molto personali ed originali, ma altrettanto difficile da assimilare.
I tredici minuti di "
A2enmod" sono esplicativi della filosofia musicale di questa formazione: linee di basso pulsante fanno da sostegno a minimalistici arrangiamenti di sintetizzatori, corredati da un drumming jazz-tribalistico e sottofondo di didgeridoo (suonato dal chitarrista
Tyrell Black). Un tipo di psichedelia davvero estrema, avvolgente ed ipnotica come una coltre di spirali di fumo ma accessibile solo agli amanti delle soluzioni rock più mantriche.
Non è certo l'unico brano in scaletta che si colloca in tale direzione: "
Focal swan" è un impalpabile tessuto di suoni vagamente sino-nipponici che sfiorano la ambient music, mentre "
Lemon rage" sembra uno spaccato dei King Crimson più visionari esteso per cinque minuti. Tastiere cristalline intarsiano una base piuttosto dinamica, accentuata dal drumming sofisticato dell'ospite
Cora Hamill.
Puro rock tantrico nella title-track, un trip che sembra provenire da un monastero tibetano e ideato per una profonda meditazione yoga (o per massiccio abuso di sostanze) dove la chitarra-sitar ci accompagna per tutto il brano con timbro cullante e letargico. Altro esempio di psichedelia senza compromessi, prendere o lasciare.
Per chi intendesse superare ulteriormente i confini stilistici abituali, c'è una "
Consonance" interamente dedicata ai suoni etnici del didgeridoo accompagnati da un lentissimo e rarefatto drumming jazzy. Anche il notturno acustico "
You have to be stupid to see that" è quanto di più etereo e iper-rilassante abbia sentito in questo anno. Una ballad folk-pastorale mesta e soffusa come un sogno ad occhi aperti.
Penso di aver reso l'idea che questo lavoro risulta estremamente originale e fuori dagli schemi. Non è da tutti pubblicare un disco che supera abbondantemente l'ora di musica, puntando su tematiche strumentali e completamente votate alla sperimentazione psichedelica. Forse nemmeno nel periodo 60-70 si era osato tanto. Psych, jazz, ambient, elektro, etnic, tutto amalgamato in un flusso costante e mesmerico che spinge ad allargare i propri orizzonti mentali e musicali. Però, ad essere onesto, io ho faticato davvero molto ad entrare in sintonia con questa proposta. Probabilmente, come detto, occorre essere in un momento di grande ricezione sensoriale ed emozionale per apprezzarla e farsi totalmente coinvolgere. Se amate le sperimentazioni, il rock meditativo, le lunghe jam che vi cullano come il grembo materno, provate senza indugio le stimolazioni degli
Electric Octopus.
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