Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:48 min.
Etichetta:ViciSolum Productions

Tracklist

  1. PAGANS RISING
  2. RESURRECTION
  3. STIGMA DIABOLI
  4. REPENTANCE
  5. INCANTATION
  6. PROPHECY
  7. SYMPHONY OF TRAGEDY
  8. BLASPHEMY
  9. DARK STORM
  10. MOORFIELD

Line up

  • Patrick Wahlberg: drums
  • David Nyman: guitars
  • Daniel Håkansson: bass
  • Stellan Gunnarsson: guitars, vocals, keys
  • Tina Gunnarsson: vocals (female)

Voto medio utenti

Tornano gli svedesi Hexed da Uppsala, località famosa per il suo tempio, luogo di culto iconico per l’antica religione norrena, con un disco intitolato, non casualmente, Pagans Rising, edito per la connazionale ViciSolum Productions.
Nonostante l’interessante esordio di 4 anni or sono, la band ha dovuto fare i conti con l’abbandono di 2 “pezzi da 90”, come il chitarrista Teddy Möller (Loch Vostok, Wuthering Heights...tra gli altri), ma soprattutto il batterista Lawrence Dinamarca (Carnal Forge, Manticora, ex-Loch Vostok ecc...).
Tuttavia i Nostri, dopo aver individuato i sostituti in David Nyman (chitarra) e Patrick Wahlberg (batteria), sono riusciti a ritrovare la propria strada, ricompattandosi attorno alle figure dei fratelli Gunnarsson (Tina alla voce e Stellan alla chitarra), che hanno preso saldamente in mano le redini di questo progetto.

Ma veniamo al disco.

Pagans Rising ci propone un sound corposo, che tuttavia, come era avvenuto per il suo predecessore, non rinuncia mai alla propria fortissima componente melodica, enfatizzata dall’ugola suadente di Tina Gunnarsson, abile a creare atmosfere spesso malinconiche, ma al tempo stesso dignitose, talvolta rese addirittura rabbiose da alcune strofe particolarmente aggressive affidate alla voce gutturale del fratello Stellan, autore di una pregevole prova anche alla chitarra.
Lo stile musicale degli Hexed si fa apprezzare anche in questo nuovo lavoro, nonostante sia sicuramente molto derivativo ed affonda le sue radici soprattutto nella tristezza tipica dei connazionali Evergrey, rispetto ai quali tuttavia vi è una maggiore ricerca dell’impatto sonoro, a scapito ovviamente dell’emotività.
Cosi, accanto a brani chiaramente riconducibili alla formazione di Tom Englund, come Stigma Diaboli o anche Incantation, fanno la loro comparsa tracce più sostanziose, quali la title-track, le granitiche Prophecy e Blasphemy, ma c’è spazio anche per l’epicità, in pezzi come Symphony Of Tragedy o Dark Storm, che invece possono ricordare più da vicino bands quali i primi Seventh Wonder o i Pagan’s Mind.

Tirando le somme, Pagans Rising, pur non inventando nulla, e nonostante un andamento abbastanza regolare, privo perciò di veri e propri picchi qualitativi al suo interno, è un lavoro che si lascia tranquillamente gustare fino in fondo, grazie, non solo alle buoni doti tecniche dei musicisti, ma soprattutto in virtù del fatto che gli Hexed ci mettono parecchio sentimento.
Tuttavia paradossalmente, considerandoi tali potenzialità, da questa band sarebbe lecito attendersi forse qualcosa di più; magari una svolta definitiva, piuttosto che limitarsi a fare (bene) il proprio “compitino.
Chissà, magari questo avverrà con il terzo album?
Staremo a vedere...


Recensione a cura di Ettore Familiari

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