Gli italianissimi
Nocternity esordiscono con un mix non ordinatissimo di idee - talvolta anche discrete - che costituiscono l’ossatura del qui presente
“A Gentle Descent Into Darkness”.
L’introduttiva
“The Awakening” rappresenta a dovere il sound dei nostri, caratterizzato da riff feroci di natura progressiva (tipo ultimissimi
Dream Theater) ed elementi sinfonici di stampo gothic. Le linee vocali mi sembrano il vero punto debole della proposta (
“Summer Of 1989”, “Lone Wolf’s Road”), senza nulla togliere alle capacità della brava
Roberta Rizzo, che si destreggia come può tra melodie eteree e parti growl, purtroppo, spesso poco ficcanti.
La più lineare
“Lovelorn Reverie” (che mi ha ricordato le atmosfere di
“Space-Dye Vest”) controbilancia la lunga titletrack, suite poco fluida con l’incipit che rievoca
“A Change Of Seasons” che non fa che evidenziare quanto scritto in precedenza.
Le capacità ci sono, ma credo che ci sia ancora un po’ di lavoro da fare.
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