Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:59 min.
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. AT THE GATES
  2. WASTELAND
  3. HANDFUL OF DUST
  4. THE ROAD
  5. DESOLATE SEA
  6. ANTHEM FOR DOOMED YOUTH
  7. UNDER YOUR SPELL
  8. FIRE
  9. NEVERENDING WAVES
  10. THE DEEP
  11. THE THUNDER
  12. PEACE: THE MAD JESTER AND THE FISHER KIN

Line up

  • Daniele Morini: bass
  • Alessio Monacelli: drums
  • Riccardo Toni: guitars, keyboards
  • Ivan Adami: vocals

Voto medio utenti

Ritrovo gli Stranger Vision esattamente dove li avevo lasciati l'anno scorso, in occasione (allora) del loro debut album. Infatti, il nuovo "Wasteland" ricalca pedissequamente le caratteristiche (ed i difetti) del suo predecessore: heavy metal carino, banalotto, cantato in maniera appena sufficiente, ma colorato da una buona prestazione strumentale, e da una produzione iperlaccata che si 'mangia' l'aria degli strumenti, comprimendo tutto e plastificando un po' il risultato.

E ancora, un anno dopo, non mi capacito delle recensioni sperticate che trovai in giro l'anno scorso, e che comincio a ritrovare anche quest'anno. E, si badi bene, qui non c'è pregiudizio alcuno: non conosco i ragazzi, ed ho comunque un ENORME rispetto per il loro lavoro e la loro dedizione, conoscendone anche la storia ed il percorso. La mia valutazione è, ovviamente (il solo fatto di doverlo precisare mi fa ragionare sul livello medio di comprensione del nostro lavoro, da parte dei non addetti ai lavori), un giudizio tutto personale, che si basa su quello che ascolto.

I brani di "Wasteland" sono mediamente molto simili tra di loro, con ritornelli poco interessanti, suoni di tastiera elementari e poco tiro. Le volte che i nostri provano ad andare in territori un filo più prog, con composizioni più elaborate come in "Anthem for Doomed Youth", i difetti di cui sopra vengono fuori in maniera preoccupante, lasciando un senso di raffazzonato e di complicato just for the sake of complicato, ma senza una ragione organica al pezzo. Come già detto prima, faccio salva la vena del chitarrista Riccardo Toni, che è bravo e si gioca i suoi momenti con intelligenza, ricordandomi a volte qualcosa del compianto Criss Oliva.

E mi va bene che l'album richiami liricamente "The Wasteland" di T.S. Eliot (che adoro), e hai voglia a far fare le ospitate a Tom Englund o Hansi Kursch, che tanto basta avere i soldi ed i contatti: qui per me la formula è cambiata di poco, e così i difetti che si portava dietro. Questo è un discreto album heavy metal, senza grandi pretese e senza grandi orizzonti. Ovviamente mi auguro di sbagliarmi, ma tanto da quello che ho capito gli Stranger Vision sono talmente pompati in giro che non si accorgeranno nemmeno della mia rece poco lusinghiera.


Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 22 nov 2022 alle 16:02

Poi diamo 8,5 ai Fellowship. Oooooooooookay.

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