Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:42 min.
Etichetta:Burning V Records

Tracklist

  1. JACK OF ALL BLADES
  2. SIN AFTER SIN
  3. BACK FROM THE DEAD
  4. TAKES ONE TO KNOW ONE
  5. DEAD OF NIGHT
  6. WHAT A SHAME
  7. I'LL NEVER SAY NEVER TO ALWAYS
  8. CREEPY CRAWLY
  9. AUTUMN BLACK
  10. RUN FOR YOUR LIFE
  11. ASHES TO ASHES
  12. MONSTER IN ME (LOWIE MORTEM VERSION)
  13. SIN AFTER SIN (LOWIE MORTEM VERSION)

Line up

  • Erica Missey: vocals, drums
  • Jerry Connor: guitar
  • Craig Wells: bass

Voto medio utenti

Degli Hellgrimm avevo recensito l'Ep "Elysium" nel 2020, un sufficiente lavoro a metà strada tra l'hard rock americano con retrogusto southern e lo stoner più fruibile ed orecchiabile. Sul genere di Fireball Ministry, Puny Human, The Company Band, per chi è avvezzo all'underground a stelle e strisce.
Questa band, capitanata dalla cantante/batterista Erica Missey e dal chitarrista Jerry Connor, è in realtà l'evoluzione dei Monkeysoop, formazione maggiormente orientata verso il grunge che ha ottenuto discreto successo nel periodo 2004 - 2018. Poi i texani di San Antonio hanno deciso di svoltare in direzione di un sound più immediato, epidermico ed evidentemente ispirato all'Arena rock anni '70/'80. Pensate ai Grand Funk di "We're an American band" o a certe cose di Ted Nugent, attualizzate ai tempi correnti.
In attesa del tour con i Raven, all'inizio del prossimo anno, il trio pubblica un nuovo full-length intitolato "Ritual".
Lo stile della band non è cambiato di una virgola, cosa che si traduce in un buon carico di energia raw e melodie memorizzabili. Il songwriting alterna episodi sicuramente efficaci ad altri più stentati, anche se devo riconoscere che i primi sono la maggioranza. Ad esempio una "Jack of all blades", pur segnata da un debito agli Ac/Dc, è uno di quei pezzi da biker-rock che si fa ascoltare volentieri. Lo stesso si può dire delle dirette e grintose "Creepy crawly" e "Sin after sin", coppia di mid-tempo tirati e senza fronzoli nella quale emerge il riffing evergreen di Connor e le tonalità vocali genere south-punk della Missey. Anche "Back from the dead", più cadenzata e doomeggiante, mostra una dignitosa realizzazione con qualche elemento orrorifico ed un brillante assolo del chitarrista. Nulla di clamoroso, ma il refrein è di quelli che catturano all'istante.
Più fiacchi altri episodi, vedi la grungettona "Takes one to know one" che non decolla più di tanto o lo slow-doom "Autumn black" che ricalca altre centinaia di canzoni dal mood triste ed evocativo.
Molto meglio il classico rock con inflessione garage-punk "Run for your life", una sorta di mix tra Fireball Ministry e Mondo Generator, che senza inventare nulla di nuovo gioca la carta della "garra" orecchiabile facendo la sua decorosa figura.
Un disco onesto, non memorabile, di classico rock mai troppo sporco ma neppure esageratamente laccato e piacione. Formazione onesta quella degli Hellgrimm, da piccolo locale fumoso e lattine di birra a profusione, ma non più brillanti rispetto agli altri praticanti del settore.

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