Ci deve essere un’aria particolare in Norvegia che porta molte formazioni quasi ad “allinearsi”, almeno per quanto riguarda un certo rock/metal progressivo.
Questa almeno è l’impressione confermata da
“The Quiet Rebellion Of Compromise”, nuovo full-length degli
Oak che esce a quattro anni di distanza dal buon
“False Memory Archive”. Per fare degli esempi, sento l’epica eleganza di
Leprous e
Maraton nelle riuscite
“Highest Tower, Deepest Well” e
“Quiet Rebellion”, e sento l’oscurità e la teatralità dei
Major Parkinson e dei primi
Shining nell’ottima
“Paperwings”.
Qualche concessione britannica è d’obbligo, dalla rarefatta
“Guest Of Honour” - che suona come un tributo agli
Anathema - a
“Demagogue Communion”, che non sfigurerebbe nel canzoniere di
Steven Wilson. Gli episodi intermedi sono quelli più originali, con
“Dreamless Sleep” che colpisce per il groove e per l’elettronica marcata, e
“Sunday 8 AM” che spicca per il bell’assolo finale di sax.
Gustoso, ma meno avvincente del suo predecessore.
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