La mia ricerca spasmodica di giovani band thrash provenienti dalle parti più disparate del pianeta, mi ha portato, questa volta, al cospetto dei
Triskelyon, in arrivo direttamente dal Canada.
Il gruppo nasce come side project del chitarrista e factotum
Goeff Wayne, con il dichiarato intento di metter su uno studio-project, ed è questo il motivo per cui non ci troviamo davanti ad una vera e propria band. Al fianco del chitarrista, che si occupa anche di alcune parti di basso, troviamo
Raul Marque, che programma la batteria elettronica, altri tre bassisti,
Dwayne Pike,
Keith Jackman e
Darrin Pope, e ben quattro cantanti:
Pete Healey,
Marlee Ryley,
Amanda Jackman e
Des Mason.
Tutto ciò porta, inevitabilmente, ad una disomogeneità di fondo che rende l’album ben confusionario! Se l’idea di base è quella di suonare un thrash metal che strizza l’occhio allo speed metal, con un elevato tasso melodico, quindi, non sempre le intenzioni trovano un riscontro felice in quanto viene proposto. Basti pensare ad "
Indifference", con un cantato aggressivo ai limiti del black metal più becero. Ma di esempi in cui
Wayne perde la bussola se ne potrebbero fare diversi.
Insomma, se l’EP omonimo poteva quasi convincere, sulla lunga distanza i
Triskelyon non riescono a mantenere la qualità costante e si perdono in più di un’occasione. L’unico lato positivo è l’esigua durata dell’album, che non riesce, però, a compensare una confusione compositiva evidente, accentuata ancora di più dalla cover finale di "
Nobody’s business" di Billy Idol, riproposta in maniera che davvero non convince, non essendo né fedele all’originale, né abbastanza personalizzata, e con una pessima performance del vocalist di turno…
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