L’Estate Di San Martino è un nome noto agli esperti di rock progressivo italiano. La storica formazione perugina nata nel 1975 si ripresenta oggi con
“Kim”, convincente
“concept album ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto: il tentativo di ibernare una ragazza americana di 23 anni malata di tumore e risvegliarla in un lontano futuro in cui lei potesse finalmente guarire da un male ancora oggi in molti casi incurabile”.
La drammaticità del racconto si riflette in un suono maturo, personale, moderno e indubbiamente “italiano”. Dall’introduttivo preludio elettronico
“Cretto” alla sperimentale traccia nascosta posta in coda alla cosmica
“Tewar”, l’universo musicale di
Marco Pentiricci e soci si costruisce poco alla volta, con echi - tra gli altri - di Harmonium (
“Sul Prato”), Art Of Noise (
“Inanna”), Battiato (
“Gocce”, “Immaginami”) e Area (
“Il Monaco Pierre”).
L’approccio è contemporaneo anche negli episodi più coraggiosi come
“Libera” (che ha qualcosa dei Colosseum di Dave Greenslade),
“Il Ciclope” (che mi ha ricordato i connazionali
Moongarden) e
“Caleidoscopio” (un titolo che è tutto un programma).
Un lavoro di cui essere davvero orgogliosi, eterogeneo ma scorrevole,
ascoltabile per intero qui.
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