Introdotti da un artwork magnifico, opera del pittore tedesco Heinrich Bürkel, si ripresentano sul mercato gli immarcescibili
Kampfar che, con il nuovo
"Til Klovers Takt", segnano un'altra fondamentale tappa nella loro personale evoluzione all'interno del viking black metal, genere, giova ricordarlo, che
Dolk e soci hanno contribuito a creare ed evolvere nei gelidi inverni norvegesi.
Evoluzione.
Parola che spesso nasconde povertà di idee o, peggio, diniego del proprio passato.
Non è questo, però, il caso dei
Kampfar.
Troppa la loro classe, troppa la loro devozione, troppo il loro essere
veri artisti per scendere a sterili compromessi o a vile prostituzione.
"Til Klovers Takt" è, allora, un album forgiato nel più puro, e devastante, black metal, è un lavoro epico e gelido, è un intreccio, anche complesso, di furia e melodie evocative, è, per certi versi, il canto di guerra di un antico vichingo proiettato in un mondo moderno che però rifiuta per la sua totale assenza di valori.
Su una base, se vogliamo, "tradizionale", una base in cui soffia, spettrale, il vento della nera fiamma, i
Kampfar, forti di una personalità debordante, costruiscono trame non scontante e si fanno autori di brani ricchi di sfumature e di influenze anche molto
diverse, in cui belligeranti cori si alternano ad incursioni in ambiti molto lontani dal black metal e spietate chitarre duettano con arpeggi e tastiere quasi "delicate", senza che tali tessiture abbandonino, anche solo per un secondo, lo spirito pagano di cui la musica dei Nostri ribolle come lava incandescente e sul quale ogni nota o melodia è, finemente, intarsiata.
Questo, a parere di chi scrive, non solo è un album irrinunciabile per tutti gli amanti del suono vichingo, ma rappresenta un sonoro schiaffone dato a tutti quei presunti artisti che credono sia sufficiente qualche influenza folk o qualche facile ritornello per suonare un genere che, invece, richiede odio, rabbia, sangue e dolore.
Tutti ingredienti che
"Til Klovers Takt" esalta nel suo magmatico incedere tra strazianti partiture di musica sopraffina ed eterei ricami di sapienti arrangiamenti costruiti con il genio di chi ha scolpito nel proprio cuore l'essenza stessa del metallo nero.
Disco da lacrime: amare ma calde.
Adesso gli "altri" tornino a scuola ed imparino dai
Maestri.
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