Non me ne vogliano i quattro musicisti in questione se il disco riporta "S.V." nella casella del voto, ma davvero non me la sono sentita di giudicare oggettivamente qualcosa che oggettivamente non può essere giudicato: spesso la sottile linea che divide genio da follia è impercettibile e forse è anche un bene che sia così. Probabilmente sono tre tra le tracce più strane che mi sia mai capitato di ascoltare; i Rebel Of The Neon God sono, compositivamente parlando, al livello di band come Melvins o Fantomas tanto per citare due nomi noti ai più; e non parlo di genere perché qui di genere proprio non si può parlare, ma come attitudine, come ricerca della stranezza, dell'effetto particolare che se ne fotte del bisogno di logica: per farvi un'idea la seconda e la terza traccia, della lunghezza di 8 minuti e più ciascuna, racchiudono più sfumature che l'intera discografia del 90% delle band in attività; non voglio dire che questo è un bene o un male: è un dato di fatto oggettivo, incontestabile. Troverete dal rock più sperimentale al metal, passando per l'industrial più puro, attraverso un'infarinatura di prog. I complimenti che rivolgo a questi quattro artisti sono più che sinceri e il consiglio che posso offrire loro sarà quello di continuare a fregarsene delle categorizzazioni cui andranno incontro se riscuoteranno almeno in parte il consenso che meriterebbero. Forse manca ancora un pò di omogeneità, ma a volte sono proprio i prodotti più spontanei e sinceri quelli che lasciano il segno In bocca al lupo, davvero!
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