Debutto discografico per questi
Asterise, capitanati dal polistrumentista
Bartlomiej Mezynski. Il musicista assembla una bella band, ed una bella lista di cantanti, tra cui spicca quel
Tristan Harders, già dei Terra Atlantica (oltre al suo progetto solista), che qui si occupa anche del mixing dell'intero album.
Il disco ci presenta delle tracce che si basano sul più classico dei power metal, con arrangiamenti sontuosi e un'abbondante uso dei cori, in modo da rendere il tutto anthemico e potente all'ascolto.
Operazione riuscita però a metà, e non per demerito dei musicisti. Quello che un po' manca a questo "
Two Worlds" è la personalità, la capacità di distinguersi nella marea sempre crescente di uscite. Pur non avendo grandi difetti, le canzoni sono banalotte, ben arrangiate ma mai con quel tocco di
indimenticabilità (non credo che questa parola esista realmente) che permette loro di restare in testa. Il trattamento di molti brani (per esempio "
Frozen Lake", ma altri come questo) tende ad arricchire la composizione di layers di suono, avvicinando le composizioni degli Asterise ai Nightwish; purtroppo per loro, però, il risultato è spesso dimenticabile.
Insomma, album di debutto, progetto decisamente ambizioso e sicuramente dispendioso, ma il tiro è ancora da affinare. Dategli un ascolto.
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