Come auspicato in occasione del precedente "Essentia", la cantante australiana
Victoria Knight ha deciso di dare continuità ai
Victoria K, andando a realizzare un seguito al loro esordio discografico e al successivo live "Essentia (Live Isolation Concert)".
Ed ecco così che arriviamo a "
Kore", album che non prende le distanze da quello che fondamentalmente resta una combinazione di Symphonic Metal e Dark Gothic, che viene affrontata dai
Victoria K con marcata personalità, spingendo sulla componente progressive-sinfonica, e con grandi sforzi anche a livello lirico, dando vita ad un concept album: la loro interpretazione dell'inno omerico a Demetra, e la storia di sua figlia Persefone (chiamata anche Kore), un'ambientazione che verrà sottolineata dalla scelta di cantare diverse parti proprio in greco.
Al fianco di
Victoria, si ritaglia nuovamente un ruolo importante il produttore
Lee Bradshaw, che ha ideato le parti orchestrali e ne ha seguito le successive registrazioni, tutte rigorosamente dal vivo. Un grande impegno, quindi, ma credo che una produzione più calda ed avvolgente avrebbe ulteriormente valorizzato i brani ma soprattutto la voce di
Victoria, sia nei frangenti in cui si appoggia ad atmosfere orientaleggianti ed esotiche, su tutti quelli della cangiante e articolata "
A Divine Revelation", sia in quelli più energici, come si rivelano "
Blasphemia" e "
Pomegranate". Qui, come in altre occasioni,
Victoria viene affiancata dal cantato aggressivo del bassista
Charlie Curnow, tuttavia talvolta la scelta risulta un po' forzata, come nel caso di "
Persephone", scelta come anteprima del nuovo album, che sembra condurre il tutto dalle parti degli Evanescence. Ma si tratta di piccoli dettagli, che non compromettono la resa finale di un lavoro dove la qualità è piuttosto alta, tanto da rendere difficile indicare quali potrebbero esserne gli highlight, ma credo che episodi come "
The Child", "
Tower"o la già citata "
A Divine Revelation" ed i loro chiaroscuri, drappeggi e orchestrazioni musicali, possano giocarsela alla pari con la violenza ben padroneggiata messa in campo su "
The Afterlife".
Restiamo di fronte ad una cantante dal grande potenziale, che in qualche frangente appare fin troppo controllata, e piacerebbe scoprirla andare più spesso sopra le righe, compito che anche in questo caso è stato delegato, e se su "Essentia" al growling di Sheri Vengeance, cantante dei Black Like Vengeance, qui al vocione di
Charlie Curnow.
Con "
Kore" i
Victoria K si confermano meno sdolcinati e standardizzati della maggior parte della "
concorrenza", rispetto alla quale sembrano anche puntare molto più sulla musica e sui contenuti, che sull'immagine.
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