Tanta immagine e poca sostanza.
Con questa semplice espressione potrebbe essere sintetizzato
Trial By Fire, disco d’esordio per i
Mantric Momentum, il nuovo progetto, a cavallo tra power e melodic metal, ad opera dei cugini norvegesi
Harøi, all’anagrafe
Terje Harøi (voce dei Pyramaze) e
Christer Harøi (chitarrista dei Divided Multitude, che qui si occupa di tutti gli strumenti).
Il duo aveva già collaborato proficuamente in passato, in occasione del brillante album intitolato "Soliloquy" uscito con il monicker di
Teodor Tuff , ormai ben 10 anni fa!
Purtroppo i Nostri non riescono a bissare il successo del passato con questa loro nuova creatura musicale, che mette in risalto tutti i difetti delle attuali bands di appartenenza dei due musicisti, dando vita ad un lavoro eccessivamente melodico, talvolta stucchevole, che non incide mai, nemmeno in occasione di quei brani, quali
Course Of Fate o
Writing On The Wall che, per loro stessa natura, dovrebbero puntare esclusivamente sull’impatto, ma che invece si perdono nei meandri di composizioni eccessivamente banali e ripetitive.
Sia chiaro, la prestazione dei due artisti è tecnicamente ineccepibile.
Terje è dotato di un buon timbro, mentre
Christer si diletta con pregevoli passaggi ed assoli di chitarra, su cui spicca quello della title-track (forse il brano più convincente dell’intero lavoro), quello di
In The Eye Of The Hurricane, ma soprattutto quello di
Final Warning.
Ma allora cos’è che non funziona?
Il problema fondamentale di
Trial By Fire è, senza girarci intorno, la mediocrità del song-writing, quasi totalmente focalizzato sulla ricercatezza melodica, a scapito della “ciccia”, che poi è ciò che interessa maggiormente. Questa problematica è palesemente evidente in tutte le tracce, in particolare nella fumosa
In The Heart Of A Broken, ma anche in
New Horizons, in cui le influenze di Queensrÿche e Fates Warning (con le debite proporzioni) sono palpabili, per non parlare dell’anonima
Fighter, fino a giungere alla conclusiva
Diamond.
Trial By Fire è un disco estremamente patinato, che vuole apparire a tutti i costi bello ed elegante ma che, a conti fatti, non è né l’uno, né l’altro.
Per poter ottenere un simile risultato del resto, bisogna avere tanta classe, intesa non solo come doti tecniche (che di certo non mancano ai cugini norvegesi), ma soprattutto in termini di creatività, ispirazione e anima, tutte qualità di cui i
Mantric Momentum, per lo meno in questo lavoro, dimostrano di essere clamorosamente carenti.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?