Quinto album per i brasiliani
Ivory Gates, una band sempre attiva ma sempre nel sottobosco del prog-metal, senza mai essere riuscita a fare il famigerato 'salto di qualità'.
Il nuovo "
Behind The Wall" ce li colloca, ahinoi, ancora in quella casella. Il disco è un onesto progetto prog-metal, non molto prog e tanto melodico, che tenta di ritagliarsi ritornelli accattivanti per agganciarti, e poi portarti nelle sue parti dispari. La quantità di botta metal è sempre tenuta sotto controllo; se dovessi farvi dei paragoni, dovrei citare i Dream Theater di I&W, gli Enchant, gli Empty Tremor, quel prog-metal novantiano insomma. Melodia, tecnica, ma tutto al servizio della canzone.
Purtroppo però poi succede che molte canzoni non siano centratissime, mettendo troppa carne al fuoco (e penso per esempio a "
Prisoner", che va da tutte le parti: flamenco, metal, hard rock, prog...) e così rischiando di perdere di vista la missione.
Non è un brutto disco però, e l'ascoltatore metal (prog più che altro) saprà trovarci minuti piacevoli, tra le asprezze di "
Fall of Jericho", la ballad in 6/8 "
The Leaves of Winter" o i momenti più prog metal queensryche-iani della title track.
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