Udånde - Slow Death – A Celebration Of Self-Hatred

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2022
Durata:39 min.
Etichetta:Vendetta Records

Tracklist

  1. I’M NOT A PESSIMIST, I’M A REALIST
  2. WHO GOT DIAGNOSED YEARS LATER
  3. AND DENIED ALL SENSE AND REASON
  4. I MEAN, WHO AM I TO BLACKOUT?
  5. WE SHOULD WELCOME THE SUFFERING,
  6. REMEMBER NOT TO PRAISE THE FALSE KING

Line up

  • Rasmus Ejlersen: guitars, bass

Voto medio utenti

Udande é una one man band che avevo già avuto il piacere di introdurvi (e lodare) in ‘Lazy In Darkness 7’ ( https://www.youtube.com/watch?v=Q6HLlbfMVSQ per chi volesse ) … da allora é passato un solo anno e Rasmus Ejlersen é di nuovo tra noi… cosa é successo in questo periodo ? Beh innazitutto il nostro Rasmus é diventato più cupo e ‘rabbioso’ portando il sound di ‘Life Of A Purist' (l'album di debutto) su binari concettualmente simili ma in definitiva più pesanti e grevi. Molto di questo cambiamento é dovuto soprattutto ad una produzione più potente, ‘grossa’ e monolitica (mix e mastering di Patrick McDowall, già all'opera sull'ultimo nerissimo 'A Diabolic Thirst' di Spectral Wound) accompagnata anche da vocals molto più profonde e death oriented, rispetto allo screaming degli esordi . Se, come detto nella video recensione, il sound di Udande ricordava molto quello di Faidra, ora, invece potremo parlare di un sound più eterogeneo che attinge da più fonti, senza per questo rimandare a qualche band in particolare anzi mostrando una chiara voglia di evolvere il proprio sound e cercare nuovi lidi musicali … Dal punto di lirico questo 'Slow Death - A Celebration Of Self-Hatred' é una sorta di concept album catartico, infatti i testi coprono un buio periodo passato da Rasmus tra depressione, attacchi d'ansia e farmaci che va dal 2009 al 2020 ... anche dal punto di vista grafico siamo passati da una copertina ‘colorata’ ad una più minimalista, completamente nera e ‘adornata’ da un titolo che non lascia scampo a voli pindarici. Sono convinto che se avete amato il debut album non potrete non rimanere ammaliati dalle atmosfere tenebrose e dal suono greve di 'I'm Not Pessimist, I'm Realist' o di ‘Remember Not To Praise The False King’ piuttosto che dalle fughe di ‘We Should Welcome The Suffering’. 'Slow Death - A Celebration Of Self-Hatred' é un album nero e nichilista, un lento, incessante, ineluttabile viaggio nei meandri della mente disturbata di un artista che cerca sollievo alle sue pene, tramite la musica…

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