Come iniziare bene questo neonato anno nuovo? Ma con l’undicesimo album degli
Obituary!
Esatto, da quando i floridiani si sono accasati con la label americana
Relapse hanno recuperato il fulgore dopo il periodo di sbandamento a mio modesto parere, degli anni passati con lavori non propriamente all’altezza del loro blasone.
Questo nuovo album è prodotto in casa, ma soprattutto senza suono finto potente e plastificato come purtroppo si sente in molte uscite metal odierne, qui il suono è naturale e vero.
Si parte col botto con “
Barely alive”, velocissimo pezzo spaccaossa che mi fa godere un mondo con un
John Tardy sugli scudi.
Pezzo compatto, diretto con una bella sezione rallentata prima dell’accelerazione con i solos inclusi.
“
Without a coscience” è il classico pezzo groovy tipico dei nostri; andazzo lento, ben ritmato con dei riff gonfi e spessi, l’assolo melodico e breve da' il via ad un bel cambio di ritmo generato dalla coppia
Tardy/Butler.
“
War” è semplice, essenziale e senza fronzoli, eppure questo brano mi è entrato in testa dal principio; mid tempo pesantissimo con il vocalist che offre un ruggito feroce, non potrete non fare su e giù con la testa seguendone il ritmo.
La quasi titletrack ha un vago sapore thrashy, gustoso e da ricchezza a questo pezzo veloce.
La ferocia della prestazione globale del quartetto è goduria pura per gli amanti del death metal con interscambi ritmici tra tempi serrati ad altri più lenti ma ricchi di gusto e dinamismo.
“
By the dawn” inizia con un riff minaccioso e un ruggito tutt’altro che pacifico: midtempo cadenzato guidato dalla batteria in doppia cassa ricca di groove del grande
Don Tardy, il solo è ad opera dell’ospite
David Austin dei
Nasty Savage.
L’ultima traccia “
Be warned” è un pezzo lento, doom e possente, altro segno distintivo della band.
La prestazione è semplicemente annichilente, i riff sono pesantissimi e il frontman ci tiene a dare un tono minaccioso ed intimidatorio al suo growl.
Morale della favola? Album di caratura e spessore eccelso, oltre che per la qualità dei brani, si percepisce la vis polemica a livello di critica sociale soprattutto per la prestazione magistrale del vocalist americano; signori, album da incorniciare.