Per la serie "l'abito non fa il monaco" ecco a voi i
Credic: a guardare le foto presenti sul loro profilo
facebook i cinque ragazzi di Stoccarda parrebbero più degli universitari fortemente fuori corso che una death metal band.
Al contrario -sebbene in 13 anni di carriera abbiano pubblicato solamente due full length- abbiamo di fronte un combo dalle idee ben chiare e da fondamentali tecnici di prim'ordine.
Dopo il disco d'esordio "
Patchwork of Realities" pubblicato nel 2010 ed ancora acerbo segue un silenzio di ben otto anni rotto finalmente quest'anno grazie alla
Green Zone Music che pubblica il nuovo "
Agora".
Un fatto singolare è che in questo lasso di tempo la lineup dei nostri è rimasta invariata salvo che per il bassista
Tom Krüger sostituito da
Martin Stump.
Come sosteneva in un suo scritto di pochi giorni fa l'Onnisciente Gran Capo di tutti noi Gianluca Grazioli (possano le sue tende non sgualcirsi mai) "
Molto meglio ascoltare una copia fatta bene che un inedito terribile":parole perfette per i
Credic che nel melodic death metal profuso nelle 9 tracce di "
Agora" restano aderenti ai Dark Tranquillity post "Character".
I più attenti potrebbero anche cogliere una certa assonanza tra alcuni titoli dei pezzi tra i due gruppi......
La struttura dei brani e la loro forma sono decisamente simili tra loro, partendo da un lavoro introduttivo affidato all'elettronica per poi inserire via via i riffs - potenti e melodici quanto basta- e le harsh vocals più che buone di
Stefan Scheu.
A differenza di quando si riscontra negli ultimi lavori dei loro numi tutelari, le tracce di "
Agora" sono più guitar oriented (
Waldemar Janzen non è "ingombrante" come Martin Brändström...in tutti i sensi...) ed il mood complessivo decisamente più catchy e facile da assimilare, ma questo non inficia assolutamente il risultato finale.
I 52 minuti del disco infatti scivolano via leggeri e senza mai avere passaggi a vuoto: tra gli episodi migliori segnalo volentieri "
The Eye of the Storm", "
The Margins of your Faith" e la conclusiva "
Outbreak the Unknown".
Se -come il sottoscritto- siete "melodeath addicted" ed amate scoprire gruppi al di fuori dei soliti nomi, i
Credic potrebbero essere una piacevole novità.
Credic - "
The Eye of the Storm"
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