Gli
Egart si presentano come un gruppo composto da sei musicisti dai gusti piuttosto diversificati, e questo ovviamente si riflette sulle loro composizioni. "Lord of Change" è un demo, il terzo per la band piemontese, che ha attirato la mia attenzione e che, nonostante una produzione non all'altezza (diciamo confusa...), offre diversi spunti interessanti. Innanzitutto la prestazione del cantante Stefano Muccio, davvero in grado di dare una marcia in più anche se, come d'altronde si può dire della musica propostaci dagli Egart, non è facile da descriversi. Semplifico un po' le cose invitandovi ad immaginare un Udo Dirkschneider ancora più incazzato del solito e che (magari un po' brillo) si è lasciato trascinare verso sonorità al limite del nu metal affrontate però con piglio growl... una brutta visione vero? Eppure funziona.
"Into the Warp" è un'intro "cinematografico" e dai ritmi marziali, sono dei ritmi thasheggianti invece a reggere la struttura di "Lord of Change", dove tocca al tastierista Salsa Emamuele mostrare un tocco interessante, che però non riuscirà a mantenere su questi livelli per l'intera durata del demo. Stesso discorso anche per i due chitarristi, visto che qualche battuta la perdono pure loro, in particolar modo in fase di assolo. Se "The Call" si mantiene sulle stesse coordinate proposte dalla titetrack, "Ethereal Melody" è una ballad che vede l'uso del piano ed un cantato più classico, anche se sarebbe da rivedere la parte corale. Beh... solitamente non sono un amante di questo genere di pezzi, ma stavolta faccio un'eccezione, anche se i brani precedenti sono quelli che possono far risaltare gli Egart. Ed è li che tornano a volgere lo sguardo con la squadrata "Dark Age" che conclude un demo che sebbene non eccezionale ci presenta una band da tenere d'occhio.
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