È difficile non suonare ripetitivi quando hai scelto di ridurre la tua formazione - per di più assolutamente atipica, mancando un chitarrista di ruolo - all’osso. Eppure bisogna riconoscere ai
No Spill Blood di esserci riusciti.
I brani di
“Eye Of The Night” sono indubbiamente ostici, spesso feroci al limite dell’hardcore (
“Anvil Crawler”, “Eye Of The Night”) e altre volte cinematografici a cavallo tra rock industriale e Wendy Carlos (
“Cimmerian Maw”, “Ossein”).
Sintetizzatori emersoniani e urla lancinanti (
“Cradle Scythe”) si fondono con atmosfere teutoniche (
“-“), lisergiche (
“Ad Unguem”, un po’ Hawkwind) e tribali (
“Toom” non avrebbe sorpreso in un lavoro dei Magma), saltuariamente vicine all’heavy metal
tout court (
“Ekur”), prima della lunga e sabbathiana
“Dead Satellite”.
Curiosi.
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