È tempo di festeggiamenti, in casa
Cruachan. Il 2023 vede infatti concretizzarsi il traguardo dei trent’anni d’attività per la band di Keith Fay, che cambia di nuovo l’intera line-up e si presenta dopo ben 5 anni con un album che è un monumento al Celtic Metal.
“
The Living and the Dead”, infatti, potrebbe essere preso come pietra di paragone per sintetizzare la quintessenza del folk metal moderno; qui e là, senza nemmeno nasconderle tanto, Keith dà sfogo alle sue velleità più estreme (si sfiora il black in brani come “
The Queen”), ma quello che conta qui è l’equazione finale che se ne ricava. Ed ancora una volta, questo nuovo album degli irlandesi è semplicemente inattaccabile. Inattaccabile per la sua istintiva, naturale direzione folk, inattaccabile perché suona coerente in punta di violino come nel mezzo di una tempesta thrash/black, inattaccabile perché ti arriva come un pugno allo stomaco l’amore viscerale, profondo e inscindibile per le Verdi Terre d’Irlanda, i cui miti ed il cui folclore sono ancora una volta la spina dorsale (anche) di questo album.
Ed è forse questa la cosa che rende “The Living and the Dead” di nuovo un album imprescindibile: la sua monolitica posizione, fieramente piazzato nel cuore stesso del folk metal, con NESSUNA strizzatina d’occhio a mode, mercato discografico, dati di vendita e supporti di consumo. Il genere potrà piacere o meno, ma chiunque ami il vero folk metal, quello puro, quello che solo chi ha quel DNA può sentir risuonare nel cuore, non potrà non amare un album magnifico e brutale, malinconico e violento, come la Natura, come la madre Terra, come la Vita stessa. Bentornati, maestri.
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