I
Moonlight Sorcery non ci hanno nemmeno lasciato il tempo di goderci a dovere il loro sorprendente EP di debutto (
qui recensito dal nostro Ale) che ritornano oggi con un nuovo EP e con diverse sorprese.
Per quanto possa sembrare strano aspettarsi dei cambiamenti in così pochi mesi, ebbene, il nuovo "
Nightwind: The Conqueror From The Stars" spinge ancora più in là i confini del symphonic black metal della band finlandese verso lidi che potremmo quasi definire "neoclassical black metal".
Ma procediamo con calma.
Al di là delle etichette, voglio rassicurare tutti spiegando che parlando di symphonic black non intendo orchestrazioni eccessive, sovrastrutture fatte di aria fritta, cori operistici, donnine canterine e firulì firulà a caso, mi riferisco invece al suo significato primigenio, quello legato agli immortali lavori di gruppi come
Emperor,
Sacramentum,
Necrophobic a cui la band di Tampere aggiunge porzioni melodic-death e classic-metal.
Riff gelidi e dissonanti convivono così con squarci melodici, leggeri synth, momenti in blast beat ed assoli prolungati.
Se vi sembra comprensibilmente esagerato il paragone con le band sopra menzionate, provate invece a pensare agli
Stormkeep (magari quelli meno powerosi di
Galdrum) e aggiungete ghiaccio e sporcizia.
Non tergiversiamo con paragoni -dicevo- questo mix di influenze musicali presente su
Piercing Through the Frozen Eternity viene oggi mantenuto ma sul nuovo dischetto è riservata maggiore importanza alla chitarra che, in diverse situazioni, diventa la vera protagonista delle composizioni. Se la partenza con la splendida accoppiata "
Ancient Sword of Hate" e "
Yötuulten Kutsu" mostra equilibrio e si trova ancora in territori musicali di cui vi ho già fornito le coordinate, con il brano “
Constellations” i
Moonlight Sorcery osano. Questa canzone è facilmente identificabile come la più elaborata proposta fino ad oggi dalla band ed ospita lunghe parentesi strumentali neoclassiche, insistendo con la contrapposizione tra tastiera e chitarra. Beninteso, la produzione è sempre sporca e le atmosfere sono quelle giuste, potenti, sinistre e glaciali, ma è indubbia una voglia di spingersi oltre. Chiude l’EP la bella cover di "
Black Moon's Blood" dei grandi
Agatus, resa più atmosferica e polare attraverso l’uso moderato dei synth, una batteria più “reale” e un’ambientazione in cui è possibile sentire vento gelido soffiare sulle guance.
A proposito di batteria, dietro al drumkit della band finlandese siede sempre il guest
Tommi "Tomahawk" Tuhkala che sul precedente EP aveva offerto una prestazione spettacolare (da stropicciarsi le orecchie), mentre sul nuovo
Nightwind: The Conqueror From The Stars rimane più “misurato”, mettendosi più al servizio dei pezzi e lasciando il proscenio alla chitarra.
Insomma, i
Moonlight Sorcery si confermano una band molto interessante da seguire e tenere d’occhio, sia per i nostalgici del melodic-black degli anni ’90 che per gli amanti della musica estrema composta con intelligenza, competenza e la giusta dose di cattiveria.
Ora, però, è d’obbligo un full length per misurare la loro concretezza sulla lunga distanza; anche perché va bene limonare e farci vedere una scollatura ma poi vogliamo di più.
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