Anche se sono al loro debut discografico, i
Verminous Serpent non sono certo dei novizi dal momento che dietro al progetto troviamo
Joseph Deegan (Slidhr) alla chitarra,
Matt Bree (Malthusian) alla batteria e il grande
A.A. Nemtheanga (Primordial, naturalmente) alla voce ed al basso.
Un terzetto, dunque, di grande valore che con
"The Malign Covenant" ci offre uno spaccato di musica estrema dal sapore, e fascino, molto antico: i cinque brani dell'album, per 40 minuti di durata, ci portano indietro nel tempo, alla fine degli anni '80 e prima della esplosione del black di matrice norvegese, quando le differenze tra i generi più violenti del metal non erano così marcate come oggi.
Per questo motivo i
Verminous Serpent suonano una musica ruvida, sulfurea, bestiale, caratterizzata da andature mai troppo veloci, da atmosfere marce e puzzolenti, da riff e melodie malati, e da una voce che proviene direttamente dagli abissi infernali (Alan è irriconoscibile).
"The Malign Covenant" è un album dal gusto antico, dunque, poco in linea con le odierne uscite patinate, e primordiale nella sua rabbia controllata e nelle sue
lancinanti traiettorie musicali che lo rendono un lavoro non solo nerissimo, ma anche ostico da ascoltare e, certamente, adatto agli amanti della claustrofobia e dei mondi sotterranei popolati da creature spaventose ed incubi senza volto.
Il consiglio che vi posso dare, al cospetto di un album come questo, è quello di lasciarvi trasportare all'interno delle sue spire soffocanti, di farvi penetrare dalle sue note dolenti e dai sui tempi rallentati, al fine di godere di un approccio all'Estremo sincero, misantropico in senso vero ed assolutamente intransigente.
Per quanto mi concerne,
"The Malign Covenant" è quello che significa il suo titolo: un patto maligno e, aggiungo, senza confini temporali.
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