Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:48 min.
Distribuzione:Heavision

Tracklist

  1. CURSED
  2. HANGMAN
  3. OUTWARD SPIRAL
  4. HOLLOW
  5. WEIGHTLESS
  6. FOUR WORDS

Line up

  • Kvass: vocals
  • Jonasz Plaskota: guitars
  • Filip Dąbrowski: bass
  • Jakub Hanusa: drums

Voto medio utenti

Passo greve e ipnotico, quello che ci aspetta sin dalle prima battute di "Cursed", il basso di Filip Dąbrowski a dettare i tempi e la voce profonda e sommessa del cantante Kvass (frontman dei Mooana) con qualche minima concessione alla leggerezza solo nei cori. Rispetto all'opener, massiccia e imponente, la seguente "Hangman" viaggia più suffusa, anche a livello vocale e stavolta la scena se la ritaglia il batterista Jakub Hanusa, almeno sino a metà del brano quando su tutto si erge nuovamente la figura solenne di Kvass,
È un drumming tribale quello che ci accoglie poi sullo Stoner di una "Outward Spiral" che si accoda alle soluzioni della traccia che l'aveva preceduta, attraverso un sound monolitico e costante che prima si addensa e poi si scuote all'improvviso.
L'impatto con "Weightless" è stato sinora devastante, con le canzoni che ti ghermiscono nelle loro spire e nei loro chiaroscuri, in un vero e proprio "circolo di dolore", ma il meglio ha ancora da venire: ecco, infatti, "Hollow", brano manifesto dell'album, otto minuti dove tutti i musicisti hanno la possibilità di dire la loro in un Doom spaziale e psichedelico. Il livello dell'album non cala nemmeno in occasione della titletrack che rilegge quanto i Grief Circle avevano già proposto su "Hangman", soluzioni dense e striscianti che abbraccia anche la conclusiva "Four Words", che dopo un arpeggio tetro e ammaliante, con un aumento dei giri e grazie al guitarwork di Jonasz Plaskota, ci vede poi uscire da quello stato di trance cui eravamo stati inconsciamente indotti.

"Weightless" è la conseguenza dell'incontro delle esperienze Post Metal di Forge Of Clouds e Mooana, e del Doom dei Sigihl e dei Voidsmoker, formazioni dove hanno militato i musicisti che ora fanno parte dei Grief Circle, un viaggio tormentato e mai noioso, nonostante la durata dei pezzi, lungo il quale il quartetto polacco ci accompagna con qualità che non tutti riescono a mettere in campo e a bilanciare adeguatamente in occasione del proprio esordio.


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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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