E così, quando non hanno più niente da dimostrare, quando hanno capito il rischio che hanno corso uscendo dal seminato e provando a sperimentare, quando sono tornati sui loro passi (non sia mai che il metallaro di riferimento non mi compri più il disco),
Nick Holmes e
Greg Mackintosh si trincerano dietro l'etichetta '
side project' e ci fanno sentire cosa sarebbero potuti diventare i Paradise Lost se loro due fossero rimasti liberi di compiere le proprie scelte. Ossia, una gran bella band di rock contaminato, un po' goth, un po' new wave, sicuramente molto meno banale di quanto prodotto dopo l'album omonimo.
"
IX", primo parto a nome
Host, infatti, è un disco che va a scavare laddove i Paradise Lost osarono nel 1999, recuperando suggestioni elettroniche ed una quadratura, una marzialità negli arrangiamenti che mi fa pensare ai Rammstein, ma senza la botta chitarrosa. Questo è un album maturo, scritto da due signori che conoscono il loro lavoro come pochi, e che sanno dar vita alla propria creatività anche al di fuori di binari imposti, da se stessi o dall'esterno poco importa.
Affascinante ed ipnotico, "IX" è una raccolta di dieci brani di valore indiscutibile, costruiti con la perizia dei veri addetti ai lavori, e confezionati in maniera ineccepibile. Piaceranno ai fan dei PL? Ovviamente no, perchè 'non sono metal'. Da qualche altra parte, dove ci fosse qualcuno che usa le orecchie e non la bocca per ascoltare, questo disco potrebbe rivelare il suo grande valore.
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